La verità è che si brancola nel buio. Si attendono le risposte che il ministero dell’Istruzione ancora non ha disvelato. Le procedure contenute all’interno delle linee guida, a detta degli stessi presidi, sono eccessivamente generiche e a volte sfiorano persino la superficialità.
“Aspettiamo gli approfondimenti del protocollo che la ministra Lucia Azzolina dovrà fornire alle scuole”, questa è la risposta che la maggior parte delle amministrazioni scolastiche fornisce ai tanti genitori che chiedono spiegazioni per la ripartenza a settembre.
Nel frangente si è venuti a conoscenza dell’esistenza di un questionario predisposto dagli Uffici Scolastici Regionali in cui le scuole dovranno compilare e re inviare entro martedì prossimo. Sul questionario si dovrà indicare il numero di studenti e gli spazi a disposizione di ogni scuola. Come era facile prevedere le maggiori criticità sono quelle presenti negli istituti comprensivi, le quali nella maggioranza dei casi sono costituiti da più plessi dislocati in più edifici.
La richiesta più diffusa da parte dei Direttori Regionali, dei DSGA, dei Dirigenti Scolastici e in alcuni casi anche dai Sindaci è legata all’aumento del personale ATA. Si chiede a gran voce l’aumento dell’organico dei collaboratori scolastici.
Proprio su questo tema, ovvero l’aumento del personale, si è sviluppata nelle ultime ore una polemica tra i tecnici del MI e l’ANP, l’associazione nazionale presidi per il rientro a scuola a settembre. La questione riguarda i tempi per l’assegnazione delle supplenze annuali. Queste ultime sono state procrastinate dal 31 luglio al 20 settembre 2020 (a scuola iniziata). L’effetto atteso farà sì che i presidi dovranno pianificare le prime settimane di attività didattica solo con i docenti di ruolo, con una carenza di personale che non avrà precedenti.