Il DL 71/2024 rappresenta il primo vero tentativo di dare una soluzione strutturata, attraverso i corsi INDIRE, per garantire ai docenti specializzati all’estero il pieno riconoscimento del loro percorso. È di giustizia però che nei decreti attuativi venga riconosciuta la reale preparazione di questi insegnanti, evitando un’inutile ripetizione di percorsi già svolti presso università statali europee. In tal senso, si confida in un’adeguata valutazione del numero di CFU da integrare, in linea con la giurisprudenza del TAR e del Consiglio di Stato, che ha più volte ribadito il principio della compensazione limitata alle eventuali differenze tra i percorsi formativi.
La Commissione Europea, rispondendo a un esposto formale, ha ufficialmente bacchettato l’Italia per il mancato rispetto delle normative comunitarie. Corinne Guidicelli, Commissaria Europea, ha dichiarato che la situazione italiana dimostra un ritardo inaccettabile nel trattamento delle domande di riconoscimento dei titoli esteri e ha aperto una procedura di verifica che potrebbe sfociare in una procedura di infrazione ai sensi degli artt. 226, 258 e 259 del TFUE.
Questo significa che l’Italia rischia sanzioni pesantissime per la sua condotta omissiva e discriminatoria, che viola i principi fondamentali dell’UE, tra cui:
L’Italia, di fatto, sta trattando come docenti di serie B coloro che hanno conseguito un titolo in un Paese UE, mentre quegli stessi titoli sono riconosciuti in tutti gli altri Stati membri senza alcun problema.
E qui emerge il grande paradosso di una piccola parte del mondo politico, sindacale, scolastico e universitario: molti di coloro che oggi si oppongono al riconoscimento dei titoli esteri sono gli stessi che si definiscono europeisti e che promuovono l’integrazione europea. Ma se davvero si crede nell’Europa, non si può accettare solo ciò che fa comodo e rifiutare le normative comunitarie quando non corrispondono agli interessi politici di parte. Se si è europeisti, lo si è sempre. Non a giorni alterni. Se si riconosce l’Europa come spazio di diritti e libertà, non si può pretendere che il mercato unico valga solo per le merci e non per le persone e le loro qualifiche. Chi oggi nega il riconoscimento dei titoli esteri sta spingendo l’Italia fuori dall’Europa, perché:
Queste loro affermazioni non sono solo una violazione delle direttive europee, ma un atto di incoerenza profonda da parte di coloro che, a parole, si dichiarano europeisti ma, nei fatti, rifiutano le regole dell’Europa quando non fa comodo. Chi oggi si oppone al riconoscimento di questi titoli, sia esso politico, docente, sindacalista o burocrate universitario in realtà, si oppone all’Europa stessa e sta contribuendo a far perdere credibilità all’Italia a livello internazionale.
Per questo è necessario l’immediato riconoscimento dei titoli, senza ulteriori rinvii, senza inutili ostacoli burocratici e senza più ipocrisie. L’Europa non è un optional: o si rispettano le sue regole sempre, oppure si ammette di voler collocare l’Italia fuori dall’Europa.
Il Comitato Nazionale Scuola Docenti Precari Specializzati Abilitati in Europa (DPSE) in rappresentanza di oltre 2700 docenti con titolo estero, sottoscrittori della petizione per l’avvio immediato dei corsi INDIRE :