Ogni ricetta bianca digitale sarà contrassegnata da un codice univoco, che il paziente potrà presentare in farmacia, proprio come avviene attualmente per le ricette rosse. L’obiettivo dichiarato è quello di “potenziare il monitoraggio dell’appropriatezza prescrittiva e garantire un’alimentazione completa del Fascicolo Sanitario Elettronico”. Tuttavia, l’introduzione della ricetta digitale solleva dubbi tra i professionisti della sanità, che temono possibili disfunzioni del sistema informatico.
La digitalizzazione della ricetta bianca porta con sé numerosi vantaggi. In primo luogo, facilita il lavoro dei medici di famiglia e degli altri professionisti, riducendo il carico burocratico. Secondo il Ministro della Salute Orazio Schillaci, questa innovazione renderà più semplice e rapido il processo di prescrizione, migliorando l’efficienza del sistema sanitario.
Inoltre, la ricetta elettronica permette una migliore tracciabilità e un monitoraggio più preciso delle prescrizioni. Con tutte le ricette memorizzate nel Fascicolo Sanitario Elettronico, sarà più facile per i medici tenere sotto controllo la terapia dei pazienti e per i cittadini accedere rapidamente alle proprie prescrizioni. Questo approccio digitalizzato potrebbe anche ridurre il rischio di frodi e semplificare il lavoro dei farmacisti, che non dovranno più gestire documenti cartacei.
Dal punto di vista del cittadino, poter ricevere la ricetta tramite email o WhatsApp rappresenta una comodità notevole, soprattutto per chi ha difficoltà a recarsi in ambulatorio. In caso di necessità, il farmaco potrà essere acquistato in qualsiasi farmacia sul territorio nazionale, utilizzando il codice univoco presente nella ricetta digitale.
Nonostante i benefici, la ricetta bianca digitale presenta anche alcune sfide. Il sistema di digitalizzazione richiede un’infrastruttura informatica solida e stabile, ma medici e farmacisti temono che gli attuali sistemi informatici non siano ancora pronti per gestire un volume così elevato di dati. Filippo Anelli, presidente della Federazione dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (Fnomceo), ha sottolineato la necessità di verificare che le reti siano pronte a supportare il nuovo sistema senza interruzioni.
Inoltre, anche Federfarma ha espresso la sua preoccupazione, sottolineando l’importanza di prevedere soluzioni alternative in caso di problemi tecnici. La possibilità di malfunzionamenti o guasti del sistema potrebbe infatti limitare temporaneamente l’accesso ai farmaci per i pazienti. Federfarma ha proposto di introdurre un sistema di “promemoria scritto” per garantire che, in caso di problemi informatici, i cittadini possano comunque ottenere i medicinali di cui hanno bisogno.
L’eliminazione della ricetta bianca cartacea entrerà in vigore definitivamente con la pubblicazione della nuova Legge di Bilancio sulla Gazzetta Ufficiale, prevista per la fine del 2024. A partire da gennaio 2025, tutte le prescrizioni per i farmaci di fascia C saranno quindi digitalizzate. Resta tuttavia da vedere come le singole Regioni gestiranno l’implementazione pratica della norma, che potrebbe presentare differenze a livello territoriale.
In particolare, vi sono dubbi sulla gestione delle ricette digitali per i pazienti più anziani, che potrebbero avere difficoltà ad adattarsi al nuovo sistema. Secondo Sergio Bartoletti, vice segretario della Federazione Italiana Medici di Medicina Generale (Fimmg), molti medici di famiglia continueranno a stampare in studio la ricetta per i pazienti che ne hanno bisogno, anche se formalmente compilata in digitale. Questo permetterà di mantenere un’alternativa cartacea per coloro che non sono in grado di utilizzare gli strumenti digitali, garantendo un passaggio graduale alla nuova modalità di prescrizione.