Vengono ancora indicate le percentuali di vaccinazione del personale scolastico. Si discute dell’obbligo vaccinale per i docenti, senza considerare la mancanza dei tempi tecnici per l’approvazione in Parlamento di tale misura. E senza ponderare il peso sociopolitico di una scelta del genere.
Il Comitato Tecnico Scientifico resta ancorato sulle direttive di sempre: mantenere la mascherina in classe ed assicurare il distanziamento prestabilito lo scorso anno. Si riserva l’indicazione di nuove misure nel caso in cui la situazione pandemica peggiori.
Dallo stesso Ministero non arrivano direttive chiare, sembra che tutto taccia.
Anzi, tra i sottosegretari Sasso e Floridia si è palesato un diverbio a distanza: Sasso vorrebbe maggiori precisazioni sui tracciamenti e continui controlli; Floridia ricorda al collega che il governo sta lavorando per garantire una prossima riapertura della scuola in sicurezza.
In questa confusione le Regioni iniziano a delineare scie diverse da seguire per garantire la riapertura delle scuole. Si rischia di non seguire quindi la stessa direzione ma di procedere “in ordine sparso”.
Ad esempio in Campania, Lucia Fortini ha già considerato di ripartire per metà in presenza e per metà a distanza, per monitorare l’andamento dell’epidemia.
Non essendoci cambiamenti sostanziali a livello organizzativo, per il Presidente dell’Anp Giannelli sembra certo il ritorno alla Dad.
Una tale ipotesi dovrebbe essere in tutti modi scongiurata alla luce degli esiti della recentissima ricerca condotta dalla Fondazione Agnelli. E dopo il riscontro del Rapporto Invalsi di alcuni giorni fa: non si dovrebbe contemplare nessun ricorso alla Dad, per evitare la “Caporetto degli apprendimenti”.
Una tale ipotesi dovrebbe essere in tutti modi scongiurata alla luce degli esiti della recentissima ricerca condotta dalla Fondazione Agnelli. E dopo il riscontro del Rapporto Invalsi di alcuni giorni fa: non si dovrebbe contemplare nessun ricorso alla Dad, per scongiurare la “Caporetto degli apprendimenti” come enfaticamente espresso dal “Corriere della Sera”.
Oggi Annamaria Poggi riflette su due possibili manovre per una riapertura della scuola efficace.
Poggi propone che le scuole vengano sostenute economicamente per progettare in autonomia la ripartenza in presenza dal prossimo settembre. Secondo lei, per attuarsi nel migliore dei modi occorre che l’autonomia delle singole scuole riceva “spazio e fiducia”.
Ogni istituto scolastico, ogni collegio docente conosce nel concreto i bisogni, i punti di debolezza, la situazione della realtà in cui agisce: per questo in autonomia dovrebbero decidere ciò di cui hanno immediata necessità, accantonando ad esempio i superflui banchi con le rotelle per adottare misure a loro più utili. Queste avrebbero sempre il supporto, sostegno e controllo delle Direzioni Regionali.
Per i nodi che le singole scuole non riescono a dipanare in autonomia, potrà sempre intervenire lo Stato, come del resto stabilito dall’ultimo comma dell’art. 118.
Mosse apparentemente banali, ma che potrebbero costituire la chiave di svolta, una soluzione quantomeno più adeguata alla situazione in atto.