Per finanziare l’iniziativa, la proposta prevede l’istituzione di un “Fondo per il reddito di maternità” presso il Ministero dell’Economia, con una dotazione annua di 600 milioni di euro a partire dal 2024. Gasparri sostiene che le attuali misure di sostegno alla genitorialità non siano sufficienti a scoraggiare l’aborto per motivi economici e sociali. La proposta si basa sull’articolo 5 della legge 194, che prevede l’esame di possibili soluzioni alternative all’interruzione di gravidanza quando motivata da ragioni economiche.
La proposta ha suscitato immediate critiche da parte dell’opposizione. Il Movimento 5 Stelle, attraverso la deputata Gilda Sportiello, ha definito la misura “un insulto alle donne” e “un ricatto economico”, sottolineando la contraddizione con l’abolizione del reddito di cittadinanza.
Il Partito Democratico, con la senatrice Cecilia D’Elia, ha bollato l’iniziativa come “pura propaganda fatta sulla pelle delle donne”, sostenendo che non sia questo il modo di affrontare il tema della genitorialità.
Alleanza Verdi e Sinistra, per voce di Luana Zanella, ha definito la proposta “un’offesa all’intelligenza delle donne e un’ulteriore espressione di misoginia”.