Nonostante una riduzione progressiva, i valori della dispersione scolastica restano elevati, attestandosi al 10,5% nel 2023. Secondo le proiezioni dell’INVALSI, è possibile che si raggiunga l’obiettivo della Commissione Europea per il 2030 del 9%. Tuttavia, la dispersione implicita, che si riferisce agli studenti che concludono il percorso scolastico senza aver acquisito competenze fondamentali, è del 6,6% nel 2024, in calo rispetto all’8% del 2023.
C’è stato un aumento degli studenti accademicamente eccellenti, passando dal 13,3% nel 2023 al 15,1% nel 2024. Questo dato supporta l’ipotesi di una crescente polarizzazione tra chi raggiunge il successo scolastico e chi rimane indietro.
Il Ministro Valditara ha interpretato i dati con ottimismo, vedendo nei risultati un giudizio positivo sulla politica del governo. Ha attribuito i miglioramenti a provvedimenti strategici come l’introduzione del tutor, le linee guida per le discipline STEM e il potenziamento della lingua inglese.
Contrariamente, la FLC CGIL ha sottolineato le criticità persistenti, evidenziando l’inadeguatezza delle politiche attuali e la necessità di investimenti strutturali. Ha criticato la visione di una scuola classista e selettiva promossa dal governo, sostenendo l’importanza di estendere l’obbligo scolastico, aumentare il tempo scuola e valorizzare il personale docente.
Il Rapporto INVALSI 2024 dipinge un quadro complesso e articolato della situazione scolastica italiana, evidenziando sia lievi miglioramenti sia persistenti criticità. Mentre il governo vede nei dati un supporto alle proprie politiche, sindacati e critici chiedono riforme più profonde e strutturali per affrontare le disuguaglianze sociali e territoriali.