Per il governo Meloni si avvicina il momento di redigere la Legge di Bilancio per il 2025, affrontando anche la questione delle pensioni. La Lega vuole intervenire con una nuova riforma, puntando su Quota 41, cioè la pensione con 41 anni di contributi a prescindere dall’età. Questa modalità richiede molte risorse e necessita di uno studio dettagliato. Al momento, si discute solo di ipotesi.
La Lega riaccende le trattative per Quota 41
Alle ultime elezioni politiche, il centrodestra aveva promesso di aumentare la “flessibilità” dei pensionamenti, con la Lega determinata a “superare la legge Fornero”. Negli ultimi due anni, invece, la riforma Fornero ha subito solo affiancamenti con varie forme di pensionamento anticipato, spesso non vantaggiose.
Ora le trattative si riaccendono, con Matteo Salvini che afferma di lavorare sulle pensioni “per agevolare chi non ce la fa più e ha la schiena rotta al ritorno alla vita familiare”.
Anche se Salvini non ha parlato esplicitamente di Quota 41, è noto che la Lega punta su questa riforma da tempo. A inizio maggio, il sottosegretario leghista al Lavoro, Claudio Durigon, ha dichiarato l’obiettivo di inserirla nella prossima legge di bilancio.
Sistema contributivo: la proposta della Lega per assegni pensionistici più bassi ma anticipati
Una riforma per anticipare il pensionamento per milioni di persone avrebbe un costo molto elevato. Per questo, la ‘nuova’ Quota 41 prevedrebbe il ricalcolo dell’assegno pensionistico basato sul sistema contributivo, in vigore dal 1996.
Questo sistema calcola la pensione sulla totalità dei contributi versati, non sugli ultimi stipendi (sistema retributivo). Quindi, per accedere a Quota 41, bisognerebbe accettare un assegno più basso. Anche chi ha iniziato a lavorare prima del 1996, e avrebbe diritto a un assegno misto, otterrebbe un importo calcolato interamente con il contributivo.
Questa è la proposta che la Lega potrebbe presentare alle altre forze di maggioranza. A maggio, il senatore leghista Massimo Garavaglia, presidente della commissione Finanze, ha affermato di avere una riforma pronta a partire “già dal prossimo anno”, con dettagli che sarebbero stati resi pubblici “in estate”.
Finora non ci sono novità, ma le parole di Salvini potrebbero anticipare qualcosa.
Resta la questione delle risorse. Entro il 20 settembre, l’Italia deve presentare un Piano strutturale di bilancio, essendo nel mezzo di una procedura d’infrazione da parte dell’Ue per il suo deficit troppo alto.
Nella Legge di Bilancio per il 2025, bisognerà trovare molti fondi anche solo per confermare il taglio del cuneo fiscale e la riforma dell’Irpef, entrambi in vigore solo per quest’anno.
Resta da vedere se ci sarà la volontà di finanziare una nuova riforma delle pensioni.
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