L’influenza stagionale è una malattia respiratoria molto comune che si manifesta ogni anno con l’arrivo dei mesi più freddi. Il virus influenzale può colpire chiunque, ma ci sono chiaramente alcune categorie di persone maggiormente esposte al rischio di incappare in complicazioni.
Ecco tutto ciò che devi sapere su quando aspettarti l’influenza stagionale nel 2024, come prepararti al meglio e quali gruppi dovrebbero considerare la vaccinazione per proteggersi.
Quando arriva l’influenza stagionale nel 2024?
L’influenza stagionale tende a colpire con maggiore intensità durante i mesi invernali, generalmente tra novembre e marzo. Già in questo periodo dell’anno si registra un incremento dei sintomi più comuni, come mal di gola, raffreddore, febbre, dolori articolari e muscolari. Nel 2024, in particolare, gli esperti prevedono che il picco dei casi di influenza si registrerà tra fine novembre e inizio dicembre, con un potenziale nuovo incremento durante i mesi di gennaio e febbraio.
Intanto, i cosiddetti “medici sentinella” sono già all’opera per monitorare e registrare i casi sotto la loro cura, per comprendere al meglio con quale intensità si verificherà l’ondata di questo inverno. Soltanto l’anno scorso i casi registrati sono stati 15 milioni e non è escluso che anche il 2024 possa attestarsi su cifre analoghe.
Che cos’è l’influenza stagionale e quali sono i sintomi
L’influenza stagionale, provocata da diversi ceppi Orthomixovirus (come quelli dall’Influenzavirus A) è altamente contagiosa e può diffondersi rapidamente attraverso tosse, starnuti e contatto con superfici infette. Per questo prepararsi in anticipo, attraverso misure preventive come la vaccinazione, è fondamentale per ridurre al minimo il rischio di ammalarsi e di trasmettere il virus ad altri. Ma quali sono le categorie maggiormente esposte al rischio di ammalarsi?
Categorie a rischio che dovrebbero vaccinarsi
Nonostante chiunque possa contrarre l’influenza, ci sono effettivamente alcune categorie di persone per le quali la malattia può risultare maggiormente pericolosa. La vaccinazione annuale contro l’influenza è altamente raccomandata per proteggere questi gruppi vulnerabili da complicazioni gravi, come polmonite, ricovero ospedaliero o – in casi estremi – persino il decesso. Di seguito quindi le principali categorie di soggetti maggiormente esposti al rischio di contrarre l’influenza stagionale:
- Anziani over 65 anni
Gli anziani sono tra le categorie più vulnerabili ed esposte al rischio di incorrere in complicazioni influenzali a causa di un sistema immunitario più debole. Per loro, l’influenza può portare a gravi problemi respiratori, e spesso si raccomanda una dose più alta del vaccino per garantire una protezione ottimale. - Bambini sotto i 5 anni
I bambini, in particolare se di età inferiore ai 5 anni, hanno un rischio più elevato di sviluppare complicazioni influenzali poiché il loro sistema immunitario non è ancora completamente sviluppato. I neonati sotto i 6 mesi, che non possono essere vaccinati, sono altrettanto a rischio, quindi è altamente raccomandato che anche i componenti del loro nucleo familiare siano vaccinati. - Donne in gravidanza
Nelle le donne in dolce attesa, l’influenza potrebbe dar luogo a pericolose complicazioni capaci di mettere a rischio sia la loro salute che quella del feto. La vaccinazione è sicura anche durante la gravidanza ed è in grado di protegge sia la madre che il bambino nei primi mesi di vita. - Soggetti immunodepressi o con malattie croniche
Chi soffre di malattie croniche come diabete, asma, patologie cardiache o malattie polmonari è a rischio di sviluppare forme più gravi di influenza. Il virus influenzale può peggiorare queste condizioni e portare a ricoveri ospedalieri. Allo stesso modo anche ai soggetti con sistema immunitario compromesso, come chi segue trattamenti per il cancro o è affetto da HIV, è altamente consigliato vaccinarsi per ridurre al minimo il rischio di contagio, infezioni e complicazioni.
Principali tipologie di vaccini in circolazione
I vaccini sono già disponibili in 8 differenti tipologie, uno in versione spray per bambini ed adolescenti tra i 24 mesi ed i 18 anni e 7 per vie iniettiva. Al di là delle categorie a rischio, chiunque può vaccinarsi: basta acquistare il farmaco in farmacia e chiederne al proprio medico di famiglia la somministrazione. Sebbene non garantisca una protezione al 100% contro il virus, il vaccino antinfluenzale riduce significativamente il rischio di contrarre la malattia e di diffonderla. Inoltre, in caso di infezione, il vaccino contribuisce a ridurre la gravità dei sintomi.
Perché e quando vaccinarsi
Ogni anno, il vaccino viene aggiornato per coprire i ceppi più comuni e pericolosi previsti per la stagione influenzale. Si tratta di un aspetto fondamentale, perché i virus influenzali mutano rapidamente, il che significa che il vaccino deve essere somministrato ogni anno per mantenere costante ed invariata la sua efficacia e protezione. Il momento ideale per vaccinarsi contro l’influenza è tra ottobre e novembre, prima che il virus inizi a circolare intensamente. In questo modo, il sistema immunitario ha il tempo di sviluppare una risposta protettiva completa (circa due settimane dopo la somministrazione del vaccino).
Tuttavia, anche vaccinarsi più tardi, durante il picco dell’influenza, risulta ugualmente utile per ridurre il rischio di malattia e proteggersi da eventuali complicazioni.
Occhio anche al Covid-19
Non solo influenza stagionale, gli esperti consigliano anche di prepararsi ad eventuali nuove ondate di Covid-19. A destare maggior preoccupazione è la nuova variante, già ribattezzata Xec ed i cui principali sintomi sono naso chiuso, forte tosse e mancanza di appetito. Attualmente il vaccino in circolazione – come spiegato nella circolare del Ministero della Salute di metà settembre – è adatto alla variante più diffusa in Italia fino alla scorsa estate, ovvero la JN.1. Anche in questo caso le categorie a cui è maggiormente consigliato sottoporsi a vaccinazione sono gli anziani over 65, donne incinte in qualsiasi trimestre della gravidanza, in allattamento o nell’immediato postpartum, personale sanitario o operatori sociosanitari.
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