Il sindacato FLC CGIL nazionale, insieme alle associazioni Cattive Ragazze Ets, Alas e Roars, ha presentato un reclamo al Garante della Privacy in merito alle modalità operative delle prove INVALSI.
La denuncia del sindacato sulle prove INVALSI 2024/25
Il reclamo, depositato lo scorso 3 marzo scorso, solleva preoccupazioni sulla trasformazione delle prove INVALSI in uno strumento di valutazione individuale e di profilazione sociale degli studenti. Secondo il sindacato, questo metodo viene inoltre utilizzato per valutare le prestazioni dei docenti e dei dirigenti scolastici, deviando così dalla funzione educativa e formativa delle prove stesse. La denuncia, presentata da due genitori membri dell’associazione Cattive Ragazze ETS, evidenzia una presunta mancanza di trasparenza da parte di INVALSI e la negazione del diritto al controllo e alla revisione dei risultati dei test. Secondo quanto riportato, l’ente giustifica questa limitazione con la motivazione che le prove non avrebbero “finalità didattiche” e che l’attribuzione del punteggio individuale avverrebbe tramite un processo “parzialmente automatizzato“.
Raccolta dei dati personali e diritti violati
Un ulteriore punto critico sollevato riguarda la raccolta, da parte di INVALSI, di dati personali e di contesto sociale (inclusi aspetti familiari e culturali) mediante questionari digitali somministrati contestualmente ai test. Questi dati vengono raccolti anche in presenza di un esplicito rifiuto del consenso da parte dei genitori, sollevando dubbi sulla tutela dei dati sensibili degli studenti minorenni. Inoltre, emerge l’impossibilità di accedere alle informazioni relative a contenuti, metodologie e criteri di codifica delle domande, nonché di contestare il punteggio standardizzato ottenuto, che determina la certificazione personale delle competenze. Tale condizione penalizza in particolare gli studenti definiti “fragili“, ovvero coloro che non raggiungono la soglia di adeguatezza statistica.
L’appello della FLC CGIL al Garante e al Ministero dell’Istruzione
La FLC CGIL auspica un intervento del Garante della Privacy che ripristini il diritto di studenti e famiglie a una valutazione trasparente e tempestiva, come stabilito dallo Statuto delle Studentesse e degli Studenti e dal GDPR. Il sindacato chiede inoltre un cambio di passo da parte delle istituzioni, in particolare del Ministero dell’Istruzione, affinché vengano messe in atto misure concrete per contrastare la povertà educativa, focalizzandosi sui processi di apprendimento anziché su una standardizzazione eccessiva dei test.
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