La misura del governo che consente alle famiglie di confermare per tre anni lo stesso docente precario è definita “populista” da esponenti dell’opposizione come Selena Candia e Simona Cosso (AVS). Secondo loro, la norma rischia di escludere professionisti qualificati, favorendo chi non ha una formazione adeguata. “La formazione sul sostegno non può ridursi a una scorciatoia burocratica,” afferma Cosso, insegnante e madre di uno studente con disabilità, che chiede investimenti strutturali per garantire qualità e stabilità ai docenti di sostegno.
I partecipanti alla protesta chiedono l’immediata separazione delle graduatorie, l’esclusione dei corsi Indire dai concorsi ordinari e un piano di assunzione per chi ha completato il Tfa nelle università italiane. Il comunicato ufficiale denuncia anche un “mercato nero dei titoli esteri” e critica l’accessibilità dei corsi Indire anche a chi ha già un titolo straniero, spesso conseguito in paesi con standard formativi carenti.
Marco Macrì, genitore e attivista di Genova Inclusiva, evidenzia l’iniquità della riforma: “Non si può risolvere la carenza di docenti con soluzioni affrettate. Le famiglie vogliono solo che ai loro figli sia garantito il diritto all’istruzione con insegnanti preparati, stabili e motivati, non con titoli comprati online”.