lunedì, 24 Marzo 2025
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Protesta degli specializzandi Tfa a Genova: ‘l’inclusione non si insegna online’

Protesta a Genova contro i corsi Indire per insegnanti di sostegno TFA: “Formazione online inadeguata, servono docenti preparati e stabili per l’inclusione”.

Gli specializzandi dell’ottavo e nono ciclo del Tfa sostegno dell’Università di Genova sono scesi in piazza per protestare contro il decreto ministeriale del 26 febbraio. Il provvedimento introduce corsi Indire brevi e online, equiparati ai percorsi Tfa tradizionali, suscitando indignazione tra i docenti in formazione e le associazioni per la disabilità.

Un decreto contestato: formazione rapida ed equiparata ai percorsi universitari

Gli insegnanti di sostegno in formazione si oppongono fermamente al nuovo sistema Indire, che prevede corsi online senza selezione né tirocinio. “Abbiamo studiato per un anno, superato prove selettive e svolto il tirocinio nelle scuole,” dichiarano i manifestanti, “mentre questi corsi riducono la formazione a una breve esperienza teorica, garantendo lo stesso punteggio nelle graduatorie”. La protesta riguarda anche il riconoscimento di titoli esteri, spesso ottenuti online, oggetto di critiche e indagini giudiziarie.

Equità e qualità della formazione a rischio

Secondo i manifestanti, il decreto penalizza chi ha seguito un percorso rigoroso e premia chi ha ottenuto titoli all’estero o accede a corsi semplificati. “Questa sanatoria svaluta la professione e compromette la qualità dell’inclusione scolastica,” affermano le associazioni per la disabilità. Inoltre, il problema della carenza e precarietà degli insegnanti di sostegno rimane irrisolto: molti studenti iniziano l’anno senza un docente specializzato e subiscono continui cambiamenti durante il percorso scolastico.

Continuità didattica: una soluzione o un rischio?

La misura del governo che consente alle famiglie di confermare per tre anni lo stesso docente precario è definita “populista” da esponenti dell’opposizione come Selena Candia e Simona Cosso (AVS). Secondo loro, la norma rischia di escludere professionisti qualificati, favorendo chi non ha una formazione adeguata. “La formazione sul sostegno non può ridursi a una scorciatoia burocratica,” afferma Cosso, insegnante e madre di uno studente con disabilità, che chiede investimenti strutturali per garantire qualità e stabilità ai docenti di sostegno.

Genova: le richieste dei manifestanti

I partecipanti alla protesta chiedono l’immediata separazione delle graduatorie, l’esclusione dei corsi Indire dai concorsi ordinari e un piano di assunzione per chi ha completato il Tfa nelle università italiane. Il comunicato ufficiale denuncia anche un “mercato nero dei titoli esteri” e critica l’accessibilità dei corsi Indire anche a chi ha già un titolo straniero, spesso conseguito in paesi con standard formativi carenti.

Un problema strutturale non risolvibile con scorciatoie

Marco Macrì, genitore e attivista di Genova Inclusiva, evidenzia l’iniquità della riforma: “Non si può risolvere la carenza di docenti con soluzioni affrettate. Le famiglie vogliono solo che ai loro figli sia garantito il diritto all’istruzione con insegnanti preparati, stabili e motivati, non con titoli comprati online”.

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