La protesta intende anche lanciare un messaggio di allarme sul futuro dell’istruzione pubblica italiana. I giovani manifestanti sostengono infatti che i continui tagli, la precarizzazione del personale scolastico e la scarsità di investimenti minaccino il diritto allo studio, creando forti disuguaglianze tra gli studenti. L’Unione degli Studenti ha così sottolineato che le loro azioni non si fermeranno fino a che non saranno ascoltati e coinvolti nel processo decisionale.
Emblematiche in tal senso sono le parole di Lorenzo Martelli, esponente dell’Unione degli Studenti, che a proposito della riforma del voto 5 in condotta (con cui non si passa alla classe successiva) ha dichiarato: È una delle riforme del ministro Valditara che ha fatto più rumore, ma in realtà è una riforma che è all’apice di politiche relative all’istruzione che vogliono andare a imprimere una svolta autoritaria, vogliono silenziare il dissenso all’interno delle stesse scuole anche andando a punire chi disobbedisce”.
In più l’utilizzo stesso dello scotch come bavaglio e delle catene durante la protesta, rappresenta un gesto di elevato potere simbolico che sta ad indicare proprio la repressione: “Si sta discutendo il ddl Sicurezza proposto dal governo Meloni che vuole andare a silenziare qualsiasi forma di protesta, pacifica e non. E quindi – ha proseguito Martelli – pensavamo fosse importante dare un segnale anche dal punto di vista degli studenti: non solo vogliamo opporci a un ddl di questo tipo, ma siamo pronti anche ad opporci tramite la mobilitazione e tramite qualsiasi forma di lotta che abbiamo a disposizione“.
Il prossimo passo sarà adesso lo sciopero nazionale indetto per il 15 novembre: l’evento coinvolgerà non soltanto gli studenti ma anche tutte le realtà sociali e sindacali, per manifestare con forza la propria opposizione alle politiche del governo Meloni.