Nonostante il ritiro dell’emendamento da parte della maggioranza, l’opposizione ha cercato di portare avanti proposte alternative per garantire la continuità lavorativa del personale ATA. Emendamenti firmati da Elisabetta Piccolotti, Irene Manzi e Antonio Caso proponevano soluzioni finanziarie concrete per prorogare i contratti, ma sono stati respinti durante la discussione in Commissione.
Le proposte includevano coperture finanziarie specifiche per sostenere l’estensione dei contratti, evitando di lasciare scoperti ruoli essenziali per il funzionamento delle scuole. Tuttavia, la mancanza di consenso ha lasciato irrisolto il destino del personale aggiuntivo.
L’organico ATA aggiuntivo è stato istituito per sostenere le attività amministrative e logistiche necessarie alla realizzazione dei progetti legati al PNRR. La mancata proroga dei contratti rischia di rallentare l’avanzamento degli interventi pianificati, mettendo in difficoltà le istituzioni scolastiche. Questo potrebbe incidere negativamente sulla capacità dell’Italia di rispettare le scadenze imposte dall’Unione Europea per l’utilizzo dei fondi del piano.
La vicenda potrebbe non essere conclusa. Si ipotizza che il tema possa essere affrontato nella Legge di Bilancio o nel Decreto Milleproroghe, che sarà discusso dal Consiglio dei Ministri nei prossimi giorni. Entrambi gli strumenti legislativi potrebbero offrire un’opportunità per reintrodurre misure a favore del personale ATA, garantendo continuità lavorativa e il completamento dei progetti PNRR.
Resta da vedere se il governo deciderà di rimediare a questa frenata, cercando soluzioni che bilancino esigenze finanziarie e operatività scolastica. Per ora, l’incertezza pesa su migliaia di lavoratori e sull’efficacia del sistema scolastico nell’attuazione delle riforme previste dal PNRR.
“Aggiungere, in fine, il seguente comma:
1-bis. I contratti per incarichi temporanei di personale ausiliario a tempo determinato in favore del personale assunto ai sensi dell’articolo 21, comma 4-bis.2, del decreto-legge 22 giugno 2023, n. 75, convertito, con modificazioni, dalla legge 10 agosto 2023, n. 112, possono essere riattivati anche per l’a.s. 2024/2025, dal 7 gennaio al 7 giugno 2025. In caso di rinuncia all’incarico, resta salva la possibilità per le istituzioni scolastiche di attingere alle graduatorie di istituto.“