I fondi pensione possono adottare due regimi principali: prestazione definita e contribuzione definita. Nel regime a prestazione definita, i livelli delle prestazioni vengono stabiliti in anticipo, il che richiede una gestione finanziaria attenta per coprire le passività future. Nel regime a contribuzione definita, invece, l’importo della pensione dipende da fattori come i contributi versati e i rendimenti degli investimenti.
Questo secondo modello trasferisce il rischio di inadeguatezza delle prestazioni sull’iscritto, mentre nel modello a prestazione definita tale rischio ricade sul fondo pensione.
Le fonti di contribuzione ai fondi pensione includono sia i contributi degli aderenti sia quelli delle imprese. Lo Stato può incentivare l’adesione con contributi o con agevolazioni fiscali, come accade in Italia, dove la contribuzione datoriale è limitata alle adesioni contrattuali. Nel caso delle adesioni individuali, i contributi provengono unicamente dagli iscritti, con eventuali incentivi fiscali aggiuntivi.
Le prestazioni dei fondi pensione possono essere erogate in diverse modalità: pagamento in un’unica soluzione (capitale), rendita o prelievi programmati. In Italia, la rendita pensionistica non può superare il 50% del montante accumulato, salvo eccezioni. In altre realtà, come i Paesi Bassi, la rendita vitalizia è obbligatoria, mentre nel Regno Unito è stata introdotta maggiore flessibilità con la possibilità di prelievi in un’unica soluzione.
La gestione delle rendite pensionistiche può essere affidata direttamente ai fondi pensione o a compagnie assicurative. Nei Paesi Bassi, i fondi gestiscono le rendite, mentre in Italia e Cile questa responsabilità ricade sulle compagnie di assicurazione. In alcune nazioni dell’Est Europa, invece, lo Stato gestisce direttamente le rendite.
Circa il 70% delle attività dei fondi pensione si concentra su azioni e obbligazioni. Le strategie di investimento possono variare in base a limiti normativi e modelli di gestione (ALM o gestione a benchmark). Nei paesi con mercati finanziari sviluppati, l’investimento in strumenti finanziari domestici è più frequente, mentre nei mercati più piccoli prevale l’allocazione verso asset esteri.
Il modello fiscale più diffuso nei fondi pensione esenta le fasi di contribuzione e maturazione dei rendimenti dalle imposte, tassando solo le prestazioni. In Italia, il regime fiscale ETT permette la deduzione dei contributi, mentre i rendimenti e le prestazioni subiscono una tassazione separata che varia tra il 15% e il 9%, a seconda degli anni di permanenza nel fondo.
La previdenza integrativa del primo pilastro offre diverse opzioni di adesione e gestione, con implicazioni significative in termini di rischio e rendimento. I paesi stanno adattando le proprie normative per rispondere alle sfide demografiche e garantire la sostenibilità dei sistemi pensionistici, incentivando la partecipazione e rendendo il quadro fiscale più vantaggioso per i lavoratori.