Il tema del precariato ha riguardato negli anni tutti gli schieramenti politici, dal centro destra al centro sinistra. La scuola e le aspettative di stabilizzazione del suo personale sono state sempre temi di poco rilievo e la vicenda ha sempre preso altre strade rispetto alla sua definitiva risoluzione.
A lanciare l’allarme la Uil Scuola Rua, l’organizzazione sindacale che ha deciso di non firmare il nuovo contratto 2019/21. La maggiore preoccupazione di questo sindacato riguarda appunto il nuovo esercito che si formerà a partire dal prossimo settembre. In totale i supplenti saranno 200mila, un danno per questi lavoratori ma anche per gli alunni, visto che gli stessi non potranno avere garantita (per l’ennesima volta) la loro continuità didattica.
Sulla ricetta a questo endemico problema la Uil Scuola aveva presentato al ministro Valditara una proprosta che prevedeva la trasformazione di tutti i posti vacanti dell’organico di fatto in organico di diritto. Una proposta reale che avrebbe stabilizzato una tantum oltre 250 mila supplenti. Il costo totale di questa operazione sarebbe ammontato a 180 milioni di euro, con un costo a supplente di 715,00 euro. Questa scelta per la politica avrebbe rappresentato un investimento, ma di fatto ciò non è avvenuto per le solite scelte politiche.
Per quanto concerne le operazioni di immissione in ruolo il segretario regionale Uil Scuola, Luigi Veltri, apprezza il lavoro sinora svolto con celerità da parte degli ambiti provinciali; tuttavia, rimane scettico per ciò che concerne la gestione degli incarichi. Questi – secondo lo stesso Veltri – sono “affidati ancora una volta all’algoritmo con gli errori ed i vincoli impostati dal gestore. Si procederà con le nomine a fine settembre, primi di ottobre. Gli alunni rischiano – continua Veltri – di cambiare anche tre docenti all’inizio dell’anno sulla stessa disciplina”.
Atro aspetto preoccupante la questione insegnanti di sostegno. Secondo il segretario regionale Uil Scuola, infatti, servirebbero in totale 80mila docenti di ruolo per coprire i posti sul sostegno. Come risolvere la faccenda? “Riaprire il numero chiuso delle università che specializzano sul sostegno, evitando così le speculazioni e i contenziosi sui titoli conseguiti all’estero”.