Questa discriminazione contribuisce al malcontento del personale scolastico, i cui stipendi sono già inferiori rispetto alla media di quelli percepiti dai colleghi europei.
Il nodo degli stipendi è una delle questioni centrali della protesta. Secondo gli ultimi dati OCSE, in Paesi come la Germania un insegnante può guadagnare fino a 91.000 euro l’anno, mentre in Italia lo stipendio medio si ferma a 44.000 euro lordi.
Il Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha spiegato che i dati OCSE non tengono conto del recente aumento salariale inserito nel contratto del 2024 e che l’obiettivo del governo è continuare con gli aumenti contrattuali. Il ministro ha annunciato di recente anche un nuovo stanziamento di 3 miliardi di euro per un’ulteriore revisione salariale.
Oltre alle difficoltà economiche, un altro problema che preoccupa i docenti italiani è l’età avanzata del personale. Più della metà degli insegnanti italiani, infatti, possiede oltre 50 anni, una percentuale superiore rispetto alla media OCSE del 41%.
Questo scenario richiede un intervento urgente della politica per favorire il ricambio generazionale e agevolare i percorsi di abilitazione per i nuovi docenti.
Gli insegnanti italiani chiedono non solo la loro stabilizzazione, ma anche una maggiore accessibilità ai corsi di abilitazione e più trasparenza nei processi di reclutamento. Il nuovo sistema di assunzioni prevede una formazione iniziale abilitante di 60 crediti, obbligatoria per accedere ai nuovi concorsi.
Tuttavia, il costo dei percorsi formativi, che può arrivare fino a 2.500 euro, è interamente a carico degli aspiranti docenti, una condizione che ha sollevato molte critiche.
I nuovi percorsi di abilitazione saranno obbligatori anche per chi ha vinto i concorsi banditi con il PNRR, con l’obiettivo di assumere 70.000 nuovi docenti entro il 2026. Tuttavia, gli insegnanti precari chiedono che il governo adotti misure concrete per semplificare le procedure e ridurre i costi per accedere ai concorsi.
La manifestazione del 12 Ottobre rappresenta un’occasione importante per porre all’attenzione pubblica e governativa le sfide che il mondo della scuola italiana sta affrontando, dalla stabilizzazione dei precari fino al miglioramento delle condizioni salariali e lavorative per tutti i docenti.