giovedì, Settembre 19, 2024
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Precariato scuola, Anief: ecco i 6 ingredienti giusti per il prossimo governo

La situazione politica attualmente in atto è in assoluto fermento, così come il popolo dei precari. Il fenomeno del precariato, endemico in questo Paese, con l’accordo (salvo intese) del 6 agosto 2019 siglato dai principali sindacati aveva lasciato ben sperare tutti coloro che conoscono bene le condizioni di disuguaglianza dei lavoratori che vivono nella precarietà, soprattutto a scuola.

Quell’accordo aveva lasciato intendere che il fenomeno in oggetto potesse risolversi in maniera definitiva. Si sarebbe ridotto drasticamente il numero abnorme che sta alla sua base di questo problema nazionale (le statistiche parlano di oltre 170mila supplenti per il prossimo anno scolastico).

La Lega di Salvini vittima delle sue stesse azioni sconsiderate: guai a montarsi la testa con i sondaggi

L’interruzione prematura di questo governo, per volontà di Salvini, ha posto le basi per gettare al vento tutto quello che di positivo si era sinora fatto. Le aspettative dei precari, sono state minate proprio dallo stesso leader di partito che aveva voluto e cercato il rimedio per debellare questa criticità. Ovviamente, alla luce dei fatti, oggi molti pensano che le mire di Salvini avevano un solo obiettivo: accontentare non tanto i precari della scuola, ma solo i suoi futuri elettori. Paradossalmente, colui che voleva dare risposte concrete alle esigenze dei più bisognosi, oggi si accorge che li ha inesorabilmente svantaggiati.

L’eccesso di opportunismo politico ha prevalso sul merito: le sanatorie fanno male a questo Paese, specie nella scuola

L’elevato numero che sta alla base del fenomeno del precariato non si combatte di certo anteponendo l’opportunismo politico (legato ai sondaggi elettorali) al merito, specie nel mondo della scuola.

In questo Paese, per tanti anni ormai, la meritocrazia è davvero mancata. Ha lasciato spesso il suo posto al nepotismo, alle raccomandazioni e ai favoritismi, i quali fondano le loro radici nel sistema corruttivo della politica più becera. Per la Lega e per Salvini, con le stesse motivazioni di Renzi, l’unico modo per riempire le cattedre vuote in tutta Italia era rappresentato giusto appunto dal decreto salva precari: un’accozzaglia di misure che qualcuno ha definito sanatoria, con il vantaggio di trovarsi magicamente, in un sol colpo, anche un popolo di affezionati giovani elettori (finalmente accontentati).

Fatta questa premessa, bisogna sottolineare come qualche sindacato come Anief non si è illuso dalla prospettiva leghista attraverso quel decreto. Questo sindacato, con coerenza, ha preso le distanze sin da subito dalla facile illusione che hanno servito sul piatto d’argento gli illustri esponenti politici targati Lega presenti al Miur. Quel decreto legge a quanto pare è solo uno specchietto per le allodole e non una vera opportunità in favore della riduzione del precariato.

Le sei misure necessarie per risolvere il problema del precariato, Anief: “Tutto il resto è propaganda”

Oggi gli stessi sindacati, quelli che erano seduti al tavolo delle trattative del 6 agosto scorso chiedono alla politica di dimostrare buon senso, il tutto per salvare le sorti dei poveri lavoratori precari.

Anief in tal senso oggi redige una nota sull’argomento, e scrive: “Con la crisi di governo i sindacati maggiori si rivolgono alle forze politiche per salvare il decreto precari della scuola, ma è solo propaganda e opportunismo perché la maggioranza che ha approvato quelle intese non esiste più”.

Il contenuto della nota prosegue, con l’auspicio della formazione di un nuovo governo. Vengono inoltre elencati 6 punti che rappresenterebbero – per il sindacato presieduto da Marcello Pacifico – le misure necessarie per risolvere definitamente il problema del precariato:

  • L’adeguamento degli organici di fatto a quelli di diritto e organici differenziati per territorio;
  • Il reclutamento dalle attuali graduatorie (gae, gm, gmre, gi);
  • La stabilizzazione dei precari docenti, ata, educatori e assistenti alla comunicazione, lsu;
  • La conferma dei ruoli degli insegnanti assunti con riserva dopo il superamento dell’anno di prova;
  • La parità di trattamento tra personale precario e di ruolo con rivisitazione della ricostruzione di carriera;
  • L’utilizzo delle risorse risparmiate nella scuola per rinnovare i contratti immediatamente con aumenti medi di 200 euro mensili e mobilità ordinaria annuale insieme a corsi abilitanti ordinari“.

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