L’annuncio della procedura di infrazione ha sollevato forti reazioni tra i sindacati. Vito Carlo Castellana, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, ha sottolineato come il precariato scolastico rappresenti una piaga esclusivamente italiana. Castellana ha evidenziato come i docenti precari, pur svolgendo lo stesso lavoro degli insegnanti di ruolo, continuino a subire un trattamento di seconda classe, creando ingiustizie e disuguaglianze nel sistema scolastico.
Il sindacato ha poi sottolineato come questa disparità non riguardi solo gli aspetti economici, ma anche la valorizzazione della professione, con il rischio che la qualità dell’insegnamento venga compromessa a causa della mancanza di stabilità professionale per migliaia di docenti.
La Commissione Europea ha inviato una lettera di costituzione in mora all’Italia, dando al governo italiano due mesi di tempo per rispondere alle carenze sollevate. Se non arriveranno soluzioni adeguate, la Commissione potrà emettere un parere motivato e, successivamente, portare il caso davanti alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, con il rischio di sanzioni economiche.
La questione non è nuova: già lo scorso ottobre, Bruxelles aveva richiamato l’Italia per l’uso eccessivo di contratti a tempo determinato nel settore scolastico. Oggi, si stima che i docenti precari siano circa 250.000, con una crescente difficoltà a garantire stabilità lavorativa a chi si dedica all’insegnamento.
La regolarizzazione del precariato scolastico è una questione urgente che richiede una risposta rapida da parte della politica italiana per evitare il peggioramento della situazione. Secondo l’europarlamentare Valentina Palmisano, il governo dovrebbe prendere esempio dalle politiche precedenti, come i concorsi straordinari, per affrontare questa crisi e sostenere la stabilizzazione dei precari. Solo con un intervento deciso l’Italia potrebbe risolvere le disuguaglianze strutturali nel settore educativo. Se non si agirà tempestivamente, il rischio di sanzioni e di un ulteriore isolamento dell’Italia in ambito europeo diventerà sempre più concreto.