Purtroppo, la nostra Nazione non è nuova a questa incresciosa situazione. Già nel 2014 la Corte di Giustizia Europea condannò il Governo italiano per “abuso di precariato”, giusto appunto nel settore scolastico. Nel 2015 quella condanna costrinse l’Esecutivo a chiedere la stabilizzazione di 148 mila precari. Questo numero si ridusse ben presto (a poco meno di 100 mila unità) per la “mancanza di aspiranti collocati nelle graduatorie blindate riconosciute dal Ministero, pure in presenza di un altissimo numero di candidati con titoli ed oltre i 36 mesi di servizio minimo. Ricordiamo peraltro che questi requisiti rappresenterebbero per l’Unione Europea quelli necessari per poter aspirare all’assunzione a tempo indeterminato nei ruoli dello Stato da parte dei precari.
Su questa tematica interviene il Presidente Anief, Marcello Pacifico, il quale precisa: “Basta indugi, l’unica modalità è tornare ad assumere i precari della scuola con il doppio canale di reclutamento. Tra l’altro il Parlamento lo ha già fatto nel 2008 e nel 2012. Riapriamo le GaE e trasformiamo i concorsi da selettivi a canali di costruzione di graduatorie a scorrimento, da utilizzare ogni anno per assumere tutti i precari, anche a seguito di corsi abilitanti e sul sostegno aperti a tutti, pure a distanza. Se ci si ostina a rimanere fermi, stavolta l’Italia rischia molto, sia in termini di immagine che di risarcimenti, anche nei confronti degli stessi precari per i danni arrecati nei loro confronti”.