Giannelli propone una soluzione che si ispira ad altri Paesi: affidare alle singole scuole il compito di assumere i docenti. Attualmente, la selezione è centralizzata, con concorsi lenti e inefficienti. Permettere alle scuole di gestire direttamente le assunzioni potrebbe risolvere gran parte del precariato.
Giannelli ha citato un esempio concreto: ogni anno circa 30-40 mila docenti vanno in pensione. Se le 8.000 scuole italiane avessero l’autonomia di gestire queste assunzioni, ciascuna scuola assumerebbe circa cinque docenti all’anno, una cifra facilmente gestibile. Questa soluzione ridurrebbe drasticamente l’uso dei supplenti e garantirebbe stabilità agli studenti.
Il presidente dell’ANP insiste sulla necessità di un “processo virtuoso” che garantisca un ricambio continuo e ordinato del personale docente. Il precariato scolastico crea stress nei lavoratori e peggiora la qualità dell’insegnamento. Solo riformando il meccanismo di reclutamento si potrà garantire la presenza di docenti di ruolo in tutte le cattedre.
Consentire alle scuole di gestire autonomamente le assunzioni offre vari vantaggi:
Nonostante gli sforzi del Ministero dell’Istruzione per garantire i supplenti all’inizio dell’anno scolastico, la mancanza di docenti di ruolo rimane un problema cronico. Ogni settembre si assiste a una corsa per coprire le cattedre vacanti, una situazione che penalizza sia insegnanti che studenti, esponendoli a continui cambi di docenti e discontinuità didattica.
Il dibattito sulla riforma dei concorsi scuola è aperto, ma appare sempre più evidente la necessità di un cambiamento strutturale. La proposta di dare autonomia alle scuole potrebbe rappresentare una soluzione efficace contro il precariato scolastico, ma richiede un consenso politico ampio e una pianificazione attenta per evitare criticità.