Da quello che racconta l’insegnante circa i suoi esordi nel mondo del lavoro si scopre infatti che il suo primo incarico in qualità di supplente le viene assegnato nei primi anni del 1970. In quel periodo, non avendo ancora il telefono a casa, la lettera d’incarico le venne recapitata presso la sua abitazione direttamente dal bidello della scuola. Quelli erano altri tempi.
Molta acqua è passata sotto i ponti ma ancora una volta la maestra Bernarda si ritroverà a conoscere dei nuovi alunni (così come è avvenuto finora in tutti questi anni). Se pensiamo poi che quel primo incarico per Bernarda era stato una vera e propria conquista, non osiamo immaginare cosa rappresenterà oggi la sua assunzione a tempo indeterminato.
A quanto pare la maestra Bernarda De Miceli, che oggi risiede a Corleone (PA), dovrebbe detenere il record di insegnante precaria più anziana d’Italia. Diplomatasi nel 1969-1970, dopo quella supplenza arrivata con quelle modalità di notifica, la De Miceli ha continuato come supplente ancora per qualche anno. Insomma, la sua carriera non è stata sempre costante e lineare. A tal proposito la stessa dichiara: «Poi, mi sono sposata e sono arrivati i primi figli. Dieci anni dopo, nel 1985, ho vinto il concorso a cattedre alla scuola elementare e non essendo rientrata nei posti, ho fatto l’inserimento in graduatoria, che allora si chiamava del ‘doppio canale’. Nonostante gli impegni di mamma e di moglie però la sua esperienza nella scuola prosegue. E continua: «Così è cominciata la mia lunghissima vita da precaria della scuola. Da una cattedra all’altra, sempre in giro per la provincia ma mai il tanto sospirato posto fisso. Proprio così. Sono passata da tantissime scuole. Mi alzavo all’alba, preparavo la colazione per la mia famiglia, mettevo un po’ di ordine e poi correvo verso il bus o il treno. Ho anche fatto l’insegnante di sostegno: un’altra esperienza eccezionale».
Ma la storia di Bernarda, non finisce qua. La maestra siciliana racconta dell’altro: «Sono stata in graduatoria dal 1985 al 2013. Ma gli impegni familiari – sottolinea – non mi hanno consentito di accettare tutte le supplenze. Poi, in occasione dell’aggiornamento 2014-2017 il provveditorato agli studi di Palermo mi ha esclusa per raggiunti limiti di età. È stato merito di mia figlia che fa l’avvocato, Simona Santacolomba, se oggi sto per firmare un contratto per il ruolo. Io non avevo ancora compiuto 66 anni e tre mesi per appena 4 giorni e non potevo essere depennata dalla graduatoria. Così mia figlia ha insistito perché presentassi lo stesso la domanda di inserimento e facessi il ricorso al giudice del lavoro. Nel 2017 è arrivata la sentenza: ho il diritto di restare in graduatoria e per questo mi spetta l’assunzione».