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Precari con 36 mesi di servizio: “Noi traditi dal Miur”

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Subito dopo l’approvazione dalla Legge di Bilancio, i docenti precari con 36 mesi di servizio, si sono sentiti traditi e depauperati dal Miur e dal governo gialloverde. La rabbia è giunta subito dopo aver appreso dell’abolizione del concorso semplificato, loro riservato per aver prestato servizio nelle istituzioni scolastiche statali per almeno 36 mesi.

Precari con 36 mesi di servizio sul piede di guerra

Il ‘governo del cambiamento’ tradisce i precari con 36 mesi di servizio: la Legge di Bilancio 2019 abolisce il concorso ‘semplificato’ loro riservato

Questa notizia non è proprio andata a genio alle decine di migliaia di lavoratori che speravano in una loro sistemazione futura,  derivante da una tornata concorsuale promessa da tempo. La delusione è stata tanta e ancora la rabbia non si è affatto placata.

Un vero e proprio ‘colpo basso’ è stato inferto loro dal governo, il quale si distinguerà per aver disatteso le loro aspettative in maniera decisa e senza nessuna marcia indietro, paradossalmente proprio a ridosso delle festività natalizie e di fine anno.

Con 313 voti a favore e 70 contrari, alla Camera dei Deputati passa la Legge di Bilancio 2019. Al suo interno un solo maxi emendamento (in quel dispositivo manca proprio il concorso riservato). Una larga maggioranza approva di fato una norma che non terrà conto dei precari con 36 mesi di servizio e della definizione (risoluzione) circa la loro condizione lavorativa.

Disattesa la Direttiva N.1999/70 CE sull’abuso di contratti a termine: i docenti ricorreranno in massa

La gravità di questo atto – precisano i precari – consiste proprio nella scandalosa indifferenza nei confronti delle precedenti disposizioni normative, ma cosa ancor più grave, non si è tenuto conto neanche delle disposizioni europee relative a questo argomento, ovvero la Direttiva N.1999/70 CE, che stabilisce (oramai da tempo) i criteri certi, finalizzati alla tutela e alla garanzia per una futura stabilizzazione contrattuale del rapporto di lavoro tra le Amministrazioni e l lavoratori precari.

L’unico modo dunque per rimediare a quanto accaduto sarebbe quello di appellarsi alle aule dei tribunali. E così, sommandosi a tante altre categorie di lavoratori, la strada che percorreranno quasi sicuramente questi i precari sembra proprio essere sin da ora già delineata.

Il governo del cambiamento innescherà i contenziosi, i precari: “ci vedremo in Tribunale”

Ma allora, noi ci chiediamo: dove sta il buon senso in chi appartiene oggi al governo del cambiamento? Che senso ha innescare contenzioni quando si poteva benissimo avviare (nei tempi e nelle procedure) un concorso riservato al personale che ha tutto il ‘sacrosanto’ diritto di essere assunto nei ruoli dello Stato. Il rischio, adesso, sarà quello di vedere soccombere nelle principali aule dei Tribunali d’Italia il Miur per abuso di contratti a termine.

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