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Politica, Di Maio: si va avanti, i punti del M5S per la scuola

Politica

La situazione politica del Paese è al centro del dibattito e dell’informazione quotidiana. Il capo politico del M5S dopo l’incontro di questo pomeriggio con il Presidente Mattarella ha spiegato alla stampa la ferma volontà del movimento 5 stelle di continuare l’esperienza di governo.

Politica, Luigi Di Maio dopo le consultazioni con Mattarella: “Noi non lasciamo affondare la nave”

Queste le parole del capo pentastellato all’uscita del colloquio con Mattarella: «Sono state avviate tutte le interlocuzioni per avere una maggioranza solida che voglia convergere sui punti indicati. Noi non lasciamo affondare la nave, che a pagare siano gli italiani» spiega Luigi Di Maio.

Dopo questo importante incontro istituzionale, Di Maio ha anche incontrato tutti i gruppi parlamentari (di Camera e Senato) del suo movimento, ricevendo da questi ultimi il pieno mandato per avviare le trattative (attraverso la costituzione di una delegazione pentastellata) con il PD di Zingaretti.

Il nuovo governo dovrà affrontare i problemi che affliggono la scuola: classi pollaio e la valorizzazione dei docenti

Si va avanti dunque, e lo stesso leader del M5S già inizia a parlare di punti programmatici che interesseranno di qui a breve la scuola e i suoi più importanti protagonisti.

Nei suoi 10 punti programmatici il leader M5S fa cenno ad alcune tematiche che da anni sono presenti negativamente nel mondo della scuola. Per la precisione, il decimo punto (tutela dei beni comuni) del suo documento programmatico, affronta alcune tematiche che da tempo attendono una immediata risoluzione. Dice Di Maio in tal senso: “… Ci vuole una legge che superi il fenomeno delle classi pollaio e che valorizzi finalmente la funzione docente”.

Si è soffermato inoltre sul tema tanto discusso della Regionalizzazione, altro aspetto quest’ultimo tanto caro all’ex partito alleato di governo. Su questo aspetto l’ex vice premier del governo Conte dichiara: “Va completato il processo di autonomia richiesto da Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna, istituendo però al tempo stesso i livelli essenziali delle prestazioni per tutte le altre regioni”. Favorevole dunque all’autonomia delle regioni ma nel rispetto comunque dell’Italia nella sua unitarietà.

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