Tuttavia, il Piano Strutturale di Bilancio 2025 ha ridimensionato questo obiettivo, prevedendo un dimezzamento dell’obiettivo iniziale: dal 33% al 15% di copertura su base regionale. Bruno esprime l’indignazione dei sindaci del Sud di fronte a quella che definisce una vera e propria “truffa”, che non solo lascia molte famiglie senza servizi essenziali ma peggiora ulteriormente le disparità tra Nord e Sud. “Non possiamo accettare una beffa simile,” dichiara il Sindaco.
Per molti Comuni del Sud, il PNRR ha rappresentato un’opportunità per risollevarsi dalle gravi difficoltà economiche acuite dalla pandemia. Gli enti locali hanno investito significative risorse, identificando le aree critiche su cui intervenire per migliorare i servizi sul territorio. Tra questi, il potenziamento dei servizi all’infanzia ha costituito una priorità, poiché la disponibilità di asili nido garantisce alle famiglie un supporto concreto, favorendo l’equilibrio tra lavoro e vita privata e contribuendo allo sviluppo dei bambini.
Tuttavia, il taglio dei fondi rischia di compromettere questi progressi e di negare ai cittadini un servizio che le istituzioni avevano promesso. L’investimento nel PNRR, secondo Bruno, doveva significare crescita e nuove opportunità per il Sud. Ora, però, molti sindaci vedono ridimensionarsi queste speranze, mentre le famiglie si trovano prive dei servizi di cui avevano disperatamente bisogno.
La riduzione dei fondi destinati agli asili nido appare, secondo Bruno, come un disincentivo per le famiglie italiane, proprio in un momento in cui il Paese vive una crisi demografica. Senza un adeguato supporto ai genitori, gli obiettivi di natalità rischiano di restare irraggiungibili, e i Comuni del Sud non possono che esprimere il loro disappunto.
“Noi sindaci siamo pronti a protestare,” afferma con fermezza il Sindaco di Andria, annunciando che una interrogazione parlamentare è già in fase di preparazione per sollecitare un intervento governativo che garantisca i fondi necessari. Di fronte a questa situazione, i sindaci chiedono al governo un impegno concreto e misure strutturali che rispondano ai bisogni del Mezzogiorno, affinché l’accesso ai servizi per l’infanzia non rimanga una promessa irrealizzata.