sabato, 18 Gennaio 2025
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Personale docente e ATA: permessi retribuiti per diritto allo studio, normative e modalità di fruizione

Permessi retribuiti per diritto allo studio del personale docente e ATA nel CCNL 2019/21: le modalità di fruizione e i criteri definiti dai contratti regionali.

I permessi retribuiti per diritto allo studio sono regolati dal CCNL 2019/21, che stabilisce i criteri generali, mentre i dettagli operativi e le modalità di fruizione sono disciplinati dai contratti integrativi regionali. Questi permessi sono destinati al personale docente e ATA delle scuole, con l’obiettivo di consentire la frequenza a corsi di formazione e tirocini legati al conseguimento di titoli di studio.

Quante ore di permesso sono concesse al personale docente e ATA

Secondo l’articolo 37 del CCNL 2019/21, ogni anno solare il personale può usufruire di un massimo di 150 ore di permessi retribuiti per diritto allo studio. Tuttavia, il numero di beneficiari non può superare il 3% del personale in servizio all’inizio dell’anno scolastico, con l’arrotondamento a favore del numero superiore.

La ripartizione dei contingenti regionali è curata dal Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM). Questi permessi possono essere utilizzati per frequentare corsi universitari, post-universitari, o di qualificazione professionale, purché siano rilasciati da istituzioni legalmente riconosciute.

Criteri di priorità e modalità di utilizzo

Nel caso in cui le richieste superino il 3% previsto, i permessi sono concessi seguendo una serie di criteri di priorità, definiti a livello regionale. Ad esempio, i dipendenti che frequentano corsi di studio universitari o post-universitari avranno la precedenza. Inoltre, la fruizione dei permessi è possibile a ore o a giornate intere, a seconda delle disposizioni previste nei contratti regionali. In alcuni casi, è prevista anche la possibilità di cumulare più permessi giornalieri.

Obblighi e certificazioni

Il personale che usufruisce dei permessi per diritto allo studio deve presentare, all’istituzione scolastica, una certificazione che attesti l’iscrizione e la frequenza ai corsi, nonché gli esami sostenuti. Qualora non venga presentata questa documentazione, i permessi già goduti saranno considerati come aspettativa non retribuita, con obbligo di recupero delle somme già corrisposte. È quindi essenziale che il personale mantenga una corretta comunicazione con l’amministrazione scolastica, fornendo tempestivamente i documenti richiesti.

Contratti integrativi regionali per i permessi retribuiti

Ogni regione ha la possibilità di personalizzare i criteri di fruizione dei permessi attraverso i Contratti Integrativi Regionali (CIR). Questi documenti definiscono in dettaglio le modalità con cui i permessi possono essere utilizzati, ad esempio, se per lezioni, attività didattiche o tirocini. Pertanto, è fondamentale che il personale consulti i CIR specifici della propria regione per comprendere appieno le normative locali applicabili. I contratti in vigore nelle diverse regioni vanno dal 2023 al 2026, e stabiliscono le modalità di fruizione dei permessi in base alle esigenze locali.

I permessi per diritto allo studio rappresentano un’opportunità importante per il personale scolastico di aggiornarsi e migliorare le proprie competenze professionali, ma è fondamentale rispettare le normative generali e regionali per poterli utilizzare correttamente.

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