mercoledì, 23 Ottobre 2024
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Permessi retribuiti per motivi familiari: AND propone l’osservatorio illeciti a tutela dei diritti dei docenti

La questione sui permessi retribuiti rimane oggetto di dibattito tra associazioni, sindacati e dirigenti scolastici, con la necessità di chiarezza normativa

La sentenza della Corte di Cassazione n. 12991 del maggio 2024 ha sollevato un acceso dibattito tra associazioni e sindacati scolastici riguardo alla gestione dei permessi retribuiti per motivi personali e familiari concessi ai docenti. Mentre alcuni sostengono che il diritto di fruizione di questi permessi sia soggetto alla discrezionalità dei dirigenti scolastici, altri, come l’Associazione Nazionale Docenti (AND), affermano che non vi sia alcuna possibilità per i dirigenti di sindacare tali permessi.

La posizione di AND sui permessi retribuiti

L’Associazione Nazionale Docenti (AND), guidata dal prof. Pio Giovanni Sangiovanni, ha espresso un chiaro punto di vista attraverso un comunicato stampa, in cui critica i toni trionfalistici adottati dall’ANP in merito all’ordinanza della Corte di Cassazione n. 12991/2024. La nota dell’ANP, intitolata “La svolta”, lascia intendere che i dirigenti scolastici possano ora negare liberamente i permessi retribuiti ex art. 15 co. 2 del CCNL (3+6 giorni) sulla base di una valutazione discrezionale delle motivazioni indicate dai docenti.

L’AND sottolinea che questa pronuncia non è vincolante se non per le parti in causa e ribadisce che l’orientamento giurisprudenziale consolidato è favorevole alla concessione dei permessi senza una sindacabilità nel merito da parte del dirigente. Il comunicato dell’AND specifica che i dirigenti scolastici:

  • Non possono richiedere documentazione diversa dall’autocertificazione.
  • Non possono valutare nel merito la fondatezza delle motivazioni presentate.
  • Non possono negare i permessi adducendo ragioni organizzative astratte, ma devono fornire una motivazione scritta e specifica in caso di diniego.

Interviene nel dibattito la FLC CGIL con alcune richieste

La FLC CGIL, con a capo la Segretaria Generale Nazionale Giovanna Fracassi, ha ribadito che le motivazioni addotte dai lavoratori per la richiesta dei permessi retribuiti non sono soggette a valutazioni discrezionali da parte dei dirigenti scolastici. Secondo il sindacato, il diritto a questi permessi è stato sancito a partire dal CCNL 2006-2009 e confermato nel CCNL 2019-2021. Pertanto, il personale può presentare autocertificazione senza che il dirigente possa entrare nel merito delle motivazioni.

L’AND e la FLC CGIL chiedono chiarezza sull’applicazione della sentenza e invitano i docenti a segnalare eventuali richieste vessatorie o comportamenti lesivi da parte dei dirigenti. L’obiettivo è costituire un osservatorio per monitorare gli abusi e avviare le iniziative necessarie per tutelare il diritto ai permessi retribuiti.

La questione dunque rimane oggetto di dibattito tra associazioni, sindacati e dirigenti scolastici, con una forte richiesta di chiarezza normativa e uniformità di applicazione delle regole previste dal CCNL.

Il comunicato AND

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