giovedì, Settembre 19, 2024
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Pensioni, ultime notizie 2/6: uscita anticipata (3 anni) con quota 100

In questi ultimi mesi, ma in effetti ancor prima, sono state illustrate in più occasioni le novità circa la riforma sulle pensioni voluta dalla Lega e dal M5s. I due gruppi politici, i quali al più presto si metteranno a lavoro per la definizione di questa importantissima tematica, sono abbastanza convinti che reintrodurre la clausola della quota 100 significherebbe per molti lavoratori del comparto scuola andare in pensione almeno tre anni prima. Scopriamo perché.

Governo giallo-verde: nuova riforma sulle Pensioni? Con quota 100 si andrebbe in pensione almeno 3 anni prima

Diverse interpretazioni o modi di pensare questo aspetto, in verità, stanno scaldando gli animi e i dibattiti tra la vecchia compagine di governo e la nuova governance. Molti esponenti del governo uscente hanno sostenuto e sostengono tutt’ora l’impraticabilità della nuova proposta voluta dal Carroccio e dal movimento di Beppe Grillo. Tuttavia, la tendenza che prevale su questo ampio aspetto pare sia quella che riguarderà a tutti i costi la famosa Quota 100.

La nuova riforma pensionistica della Lega e del Movimento 5 Stelle, infatti, punterà alla reintroduzione della quota 100, ovvero quel sistema con cui si sommeranno gli anni di contribuzione con quelli anagrafici. La somma dovrà dare appunto 100. Resta ferma in ogni caso l’idea di stabilire un tetto minimo di contribuzione pari cioè a 35 anni.

Le voci discordanti riguardano principalmente lo scetticismo di alcuni esponenti economici sulla questione pensione. Le ampie critiche sono dovute principalmente al costo necessario per portare in dirittura d’arrivo questa misura auspicata da tanti. Tra chi si ritiene scettico e si oppone tassativamente alla quota 100 troviamo Cottarelli, il penultimo presedente incaricato per la formazione del governo prima di quello in carica. Lo stesso economista, a tal proposito, precisa: «Ho più volte detto che non possiamo avere una riforma che ci fa spendere di più in termini di pensioni». E poi aggiunge: «Si possono fare aggiustamenti alla legislazione anche per categorie che sono particolarmente a disagio. Ma spendiamo purtroppo già troppo».

Quota 100: tutta una questione di turn-over? Riforma delle Pensioni, uscire prima dal mondo del lavoro significa anche per i giovani entrarci prima

In fondo la funzione della politica si basa proprio su questo principio: spostare i soldi da un ministero all’altro senza causare traumi per nessuno. In effetti, in questi ultimi anni, soprattutto con i governi pseudo tecnici, ci si è concentrati su alcuni poteri (qualcuno ritiene a torto o a ragione forti) a discapito di quelli deboli. Il sistema pensionistico deve necessariamente riformarsi e bisogna realmente pensare a quei lavoratori già ‘attardati’ che dopo tanti anni di lavoro (anche gravosi) oggi, loro malgrado, devono attendere per molti anni prima di uscire definitivamente dal mondo del lavoro. La nuova riforma, ben augurante, darebbe soprattutto l’opportunità ai tanti giovani di entrarvi in quel mondo, soprattutto in vista dei dati riguardanti l’elevato tasso la disoccupazione italiana.

Fatta questa premessa, si potrebbe tranquillamente sostenere che la prossima riforma delle pensioni ideata dalla Lega e dal M5S permetterebbe a molti docenti e ATA di andare in pensione molti anni prima. Qualcuno sostiene almeno tre anni prima. Per quanto concerne invece i numeri, questi riguarderebbero centinaia di migliaia di docenti (quasi 100mila) e poco meno di 50mila i lavoratori facenti capo al personale ATA (47mila unità). Un vero e proprio esercito il quale attende con ansia la propria cessazione dal servizio e contemporaneamente molti lavoratori precari attendono con la stessa ansia di essere assunti a tempo indeterminato per coprire l’attuale turn-over.

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