martedì, Settembre 17, 2024
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Pensioni statali a 70 anni: le nuove ipotesi del governo

Il governo considera il prolungamento dell’età pensionabile a 70 anni e apporta modifiche all’assegno unico e alle pensioni minime.

Il governo si avvicina alla presentazione della nuova legge di bilancio, che prevede significative modifiche per il sistema pensionistico. Una delle ipotesi più discusse riguarda il prolungamento dell’età relativo alle pensioni per i dipendenti pubblici fino a 70 anni.

Il ministro della Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, ha rivelato al Corriere che il governo sta valutando questa opzione su base volontaria, con l’intento di ottenere risparmi previdenziali.

Pensioni minime e sostegno alle famiglie

Nonostante le richieste di Forza Italia per aumentare le pensioni minime fino a mille euro, il governo conferma che tali pensioni resteranno fissate a 630 euro. Tuttavia, Giorgia Meloni ha sottolineato che le pensioni minime rimangono una priorità. Il governo ha recentemente effettuato una rivalutazione del 120% per le pensioni minime, con un incremento significativo.

Assunzioni e invecchiamento dell’organico

Per compensare l’età media elevata dei dipendenti pubblici, attualmente di 49 anni, il governo prevede di assumere 350.000 giovani entro il 2025. Questa misura mira a modernizzare e ringiovanire l’organico.

Inoltre, si considera un possibile rinvio del pensionamento per i dipendenti del comparto sicurezza e difesa, che attualmente vanno in pensione a 60 anni. Altre categorie di dipendenti potrebbero andare in pensione a 65 anni con almeno 42 anni di contributi o a 67 anni. Il piano di bilancio settennale, in fase di costruzione con il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, potrebbe includere un’estensione del periodo lavorativo fino a 3 anni in più.

Assegno unico e sgravi contributivi

L’assegno unico non subirà tagli, contrariamente a quanto si temeva. Tuttavia, si prevede che il governo possa apportare piccoli aggiustamenti per le famiglie più benestanti. L’ipotesi di un taglio all’assegno unico, inizialmente considerata infondata, sembra ora prendere piede.

Nel 2025, il governo confermerà gli sgravi contributivi per le mamme lavoratrici, con la possibilità di estendere tali agevolazioni anche alle lavoratrici autonome.

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