Nel settore scolastico, i dipendenti possono presentare domanda di cessazione dal servizio entro il 28 febbraio 2025.
Quota 103 prevede il divieto di cumulo della pensione con redditi da lavoro dipendente o autonomo. L’unica eccezione riguarda i guadagni occasionali fino a 5.000 euro annui. Per incentivare il posticipo del pensionamento, i dipendenti che maturano i requisiti possono scegliere di ricevere la quota di contribuzione IVS in busta paga. Dal 2025, questa somma non verrà considerata reddito da lavoro e sarà quindi esente da IRPEF.
Nonostante la proroga, Quota 103 registra una scarsa adesione. L’INPS ha rilevato circa 1.600 richieste nel 2024. La perdita economica rappresenta uno dei principali deterrenti: si stima una riduzione media del 17% sull’assegno pensionistico. Per esempio, su una pensione lorda di 2.000 euro, un dipendente pubblico rinuncia a circa 340 euro mensili.
L’INPS mette a disposizione un utile strumento online per simulare il calcolo della pensione. I lavoratori possono accedere tramite SPID o credenziali equivalenti e verificare la propria situazione contributiva. Questo servizio è rivolto a diverse categorie, tra cui:
Nel 2025, le pensioni minime beneficeranno di una perequazione aggiuntiva del 2,2%, portando l’assegno minimo a 616,67 euro rispetto ai precedenti 614,77 euro. L’Istat ha fissato il tasso di rivalutazione allo 0,8%, reintroducendo le seguenti tre fasce:
Questa rivalutazione non si applicherà ai pensionati residenti all’estero, nel caso in cui l’assegno superi il trattamento minimo INPS. Quota 103 si conferma una misura chiave per il pensionamento anticipato, ma presenta anche criticità che richiedono valutazioni attente da parte dei lavoratori interessati.