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Pensioni minime 2025: aumenti ridotti e nuove regole sulla rivalutazione

Aumenti minimi delle pensioni dal 2025: solo 1,9 euro al mese per i pensionati al minimo e rivalutazioni ridotte per le fasce medio-alte.

Aumento Pensioni

Dal 1° gennaio 2025, le pensioni minime riceveranno un aumento di appena 1,9 euro al mese. L’assegno passerà dagli attuali 614,77 euro a 616,67 euro, smentendo le promesse di un incremento di 3 euro annunciate nella Legge di Bilancio. Il decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef) sulla Perequazione automatica delle pensioni, pubblicato in Gazzetta Ufficiale, ha fissato al +0,8% la percentuale di variazione per l’inflazione del 2024.

A peggiorare la situazione, il Governo non ha recuperato il calo previsto, malgrado l’aggiunta obbligatoria del 2,2%, che ha portato l’aumento complessivo al 3%.

Rivalutazione per scaglioni: cosa cambia dal 2025

Dal 2025 tornerà la rivalutazione per scaglioni, considerata più equa rispetto a quella per fasce utilizzata nel 2023 e 2024. Tuttavia, anche con questa formula, non tutti gli assegni verranno indicizzati in modo completo.

Per le pensioni tra 4 e 5 volte il minimo, la rivalutazione sarà pari al 90%, mentre quelle superiori a 5 volte il minimo subiranno un incremento solo del 75%. Questa modifica, pur migliorando leggermente l’equità, continua a penalizzare i pensionati con assegni più alti.

Incrementi irrisori anche per le pensioni medio-alte

Gli aumenti previsti per le pensioni medio-alte si rivelano altrettanto deludenti. Ad esempio, una pensione lorda di 1.000 euro mensili aumenterà di soli 8 euro, mentre un assegno da 1.500 euro vedrà un incremento di appena 12 euro. Per chi percepisce 4.000 euro lordi al mese, l’aumento sarà di soli 30 euro. Questi importi sottolineano un evidente squilibrio, aggravato dai tagli cumulativi di 37 miliardi netti applicati dal Governo fino al 2032.

Promesse disattese e delusione tra i pensionati

Il Governo non è riuscito a rispettare le promesse fatte in Parlamento, causando un’ondata di delusione tra i pensionati. Il mini-rialzo degli assegni minimi e gli incrementi irrisori per le altre categorie confermano l’incapacità di tutelare adeguatamente il potere d’acquisto.

Inoltre, la rivalutazione per scaglioni, seppur più favorevole rispetto alle fasce, continua a penalizzare chi percepisce pensioni più elevate, aumentando il divario economico tra le diverse categorie di pensionati.

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