Gli eventi dei primi giorni di marzo hanno sospeso qualsiasi attività volta a dirimere questo importante aspetto, relegando la questione al prossimo futuro. La priorità era e resta attualmente lavorare sul versante delle misure necessarie ad affrontare la ripresa economica di questi mesi a causa dell’emergenza Covid-19.
Tuttavia, oggi a poco più di quattro mesi dal primo lockdown totale, le parti sociali e i sindacati più specificatamente insistono circa una flessibilità in uscita che interessi un palcoscenico di lavoratori sessantaduenni. L’età dei 62 anni infatti è quella più gettonata. Ovviamente resta superfluo dire che proprio in questo momento congiunturale e di emergenza, le casse dello Stato sono letteralmente vuote o in procinto per diventarle. Inutile dunque parlare di ipotesi che richiederebbero costi che tale flessibilità impone e che purtroppo, per forza di cose, il governo non riuscirebbe a sostenere.
Si sa di certo che con la scadenza del 31 dicembre si ritornerà al famoso ‘scalone dei 5 anni’. Questo si tradurrà per molti a dover necessariamente prolungare il loro lavoro, nonostante l’incalzare dell’età, con le conseguenze sull’aspetto psicologico oltre che fisico che questo comporterebbe. Sarà necessario dunque pensare, in tutta fretta, ad alcune azioni da mettere in campo entro la fine del 2021, per scongiurare le conseguenze appena illustrate.
E allora, dopo questa premessa, ecco quale strada intraprendere per le misure post Quota 100: se si insiste sulla pensione ai lavoratori 62enni, saranno loro stessi a pagare i costi della misura proposta. Questa è il trend verso cui tutti rivolgono lo sguardo. Se il gioco varrà davvero la candela, il prezzo da pagare sarà ricompensato dai benefici a cui i lavoratori interessati andranno incontro.
In questo momento storico non ci sarebbero altre strade da percorrere se non quelle che portano necessariamente alla penalizzazione dei lavoratori in uscita. Le ipotesi in questo senso sono due e proviamo ad illustrarle:
Cosa consigliare dunque? Approfittare della finestra di Quota 100 diventa quasi obbligatorio. Sappiamo già da ora che una mole di lavoratori andrà quasi sicuramente in pensione con le attuali misure previste con Quota 100 (entro la data del 31 dicembre 2021). E se qualcuno dovesse avere qualche problema per arrivare a questo traguardo, penserà al riscatto oneroso della propria laurea.