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Pensioni 2025: recupero inflazione e aumenti per le minime

Rivalutazione pensioni minime 2025: aumento reale di soli 1,80 euro al mese, insufficiente per contrastare l'inflazione. Possibili modifiche in discussione.

Aumento pensioni

Nel 2025, le pensioni italiane subiranno un incremento legato al recupero dell’inflazione, ma l’aumento reale per le pensioni minime sarà di appena 1,80 euro al mese, suscitando dubbi sull’efficacia delle misure adottate. Le percentuali di rivalutazione sono state definite dal decreto del Ministero dell’Economia e del Lavoro, pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Ecco tutti i dettagli.

Rivalutazione delle pensioni minime: cifre e percentuali

Il trattamento minimo di riferimento passerà da 598,61 euro lordi mensili a 603,40 euro. Tuttavia, grazie a una maggiorazione extra del 2,7% già in vigore, l’importo attuale delle pensioni minime è di 614,77 euro. Nel 2025, la Manovra prevede un ulteriore incremento del 2,2%, portando l’importo effettivo a 616,67 euro, con un aumento reale di soli 1,80 euro al mese, equivalente a uno 0,3% di crescita.

Questa rivalutazione risulta inferiore a quella ipotizzata inizialmente nel testo della Manovra inviato alla Camera, che prevedeva una rivalutazione del 2,2% per il 2025 e dell’1,3% per il 2026.

Il Decreto e i dati ufficiali

La rivalutazione delle pensioni è stata fissata allo 0,8% dal decreto ministeriale pubblicato il 27 novembre scorso. Questo dato definisce gli adeguamenti per tutte le fasce pensionistiche, ma il ridotto aumento reale delle minime ha già suscitato molte critiche.

Secondo il decreto, l’aumento previsto per le pensioni minime inizialmente stimato a 3 euro è stato ulteriormente ridotto, generando un impatto minimo sul potere d’acquisto dei pensionati, già gravati dall’aumento del costo della vita.

L’emendamento di Forza Italia: possibili modifiche

L’aumento delle pensioni minime rappresenta un tema centrale per Forza Italia, il partito guidato dal vicepremier Antonio Tajani, che ha proposto un emendamento alla legge di Bilancio. L’obiettivo è portare la rivalutazione al 2,7%, anziché al 2,2% previsto nel testo attuale, destinando 100 milioni di euro dal Fondo per le esigenze indifferibili.

Le votazioni sugli emendamenti inizieranno il 9 dicembre, e il risultato sarà determinante per capire se ci sono margini per aumentare ulteriormente gli importi delle pensioni minime.

Conclusioni: un aumento insufficiente nelle pensioni?

Nonostante il recupero dell’inflazione previsto per il 2025, l’aumento di 1,80 euro per le pensioni minime appare inadeguato rispetto all’aumento del costo della vita e alle aspettative dei pensionati. La rivalutazione, pur essendo un passo obbligato, sembra insufficiente a garantire un miglioramento concreto del potere d’acquisto.

Le prossime settimane saranno cruciali per valutare l’approvazione di eventuali emendamenti che possano rendere più significativo l’aumento delle pensioni minime, dando un segnale di attenzione a una fascia vulnerabile della popolazione

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