Parlando di cifre, alla morte del coniuge, il superstite ha diritto all’80% della pensione maturata o percepita dal defunto. Se ci sono figli a carico, si aggiunge un ulteriore 20%, raggiungendo il 100% della pensione del defunto in caso di almeno due figli. Il coniuge superstite ha diritto all’aumento anche se già pensionato o titolare di altri redditi.
Questo diritto vale anche per i coniugi separati e uniti civilmente, fino a nuove nozze. In questi casi, però, la pensione di reversibilità o indiretta può subire riduzioni. Non si applicano riduzioni se i redditi non superano tre volte il minimo pensionistico (23.345,73 euro aggiornati al 2024).
Non si applicano neanche se nel nucleo familiare del superstite ci sono minori, studenti o inabili. Tuttavia, gli aumenti non avvengono automaticamente. Per ottenerli, è necessario presentare una domanda tramite i canali telematici dell’Inps, come l’area personale MyInps o il numero verde.
È anche possibile rivolgersi a un patronato. Il coniuge divorziato deve rivolgersi al tribunale per ottenere la pensione di reversibilità o indiretta. L’aumento decorre dalla data del decesso del coniuge.