La proposta di legge, firmata dalla ministra Calderone, cambierebbe le modalità di destinazione del TFR. Attualmente, il TFR rimane in azienda (o al fondo tesoreria dell’INPS per le imprese con più di 50 dipendenti), a meno che il lavoratore non richieda espressamente il suo trasferimento a un fondo pensione.
Con la nuova normativa, il meccanismo si inverte: il TFR verrà automaticamente destinato a un fondo per la pensione complementare, a meno che il lavoratore non dichiari esplicitamente di volerlo lasciare in azienda. Il dipendente avrà 6 mesi per decidere; in caso di mancata comunicazione, il silenzio-assenso porterà il TFR verso una pensione integrativa.
Secondo le indiscrezioni, la novità verrà inclusa nella Legge di Bilancio 2025 e farà parte del pacchetto di riforme pensionistiche. Oltre a questa misura, la Lega potrebbe proporre l’estensione di Quota 41 per tutti i lavoratori.
La proposta ha già ottenuto il consenso della maggioranza parlamentare e dei sindacati, poiché non impatta sui conti pubblici. Tuttavia, le associazioni datoriali, in particolare quelle delle piccole aziende, potrebbero opporsi. Per le piccole imprese, il TFR trattenuto rappresenta un’importante fonte di liquidità, mentre per le aziende più grandi non ci sarebbero cambiamenti significativi, poiché già versano il TFR al fondo INPS.