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Pensione anticipata per le madri con figli: cosa cambia nella Manovra 2025

La Legge di Bilancio 2025 offre un anticipo pensionistico fino a 16 mesi per madri con 4 figli, nuove opzioni e requisiti per pensione vecchiaia e Opzione Donna.

pensione donna

La Legge di Bilancio 2025 introduce un’importante novità per le lavoratrici madri con almeno quattro figli, ampliando le possibilità di anticipo sull’età pensionabile. In particolare, le nuove regole consentiranno a queste lavoratrici di beneficiare di uno sconto anagrafico di 16 mesi sull’età richiesta per la pensione di vecchiaia. Tuttavia, per poter usufruire di questo beneficio, le madri dovranno rientrare nel sistema contributivo, ovvero avere iniziato a lavorare dopo il 1996, a seguito della riforma che ha modificato il calcolo delle pensioni.

Come funziona lo sconto sull’età pensionabile per le madri con quattro figli

Ad oggi, le madri lavoratrici possono beneficiare di un’uscita anticipata dal lavoro che concede 4 mesi di riduzione per ogni figlio fino a un massimo di 12 mesi, estendendosi dunque a un massimo di tre figli. La Manovra 2025, però, modifica questo limite per le madri di quattro o più figli, portando il massimo sconto anagrafico a 16 mesi. Questa agevolazione riguarda solo le lavoratrici che ricadono nel sistema contributivo, escludendo chi ha iniziato a lavorare prima del 1996.


Dal 2025, quindi, le lavoratrici madri con quattro figli avranno diritto a una riduzione di 4 mesi per figlio, ma con un limite maggiore rispetto all’attuale. Se confermata, questa norma andrà a vantaggio di poche lavoratrici per il momento, poiché si richiede che abbiano oggi circa 50 anni e abbiano già raggiunto i requisiti di contribuzione, oltre ad attendere il raggiungimento dei 67 anni di età per poter accedere alla pensione di vecchiaia con lo sconto massimo.

Requisiti per la pensione di vecchiaia nel 2025

Per il 2025, la Legge di Bilancio conferma i requisiti Fornero per la pensione di vecchiaia, che richiedono 20 anni di contributi e 67 anni di età sia per gli uomini che per le donne. Nella pubblica amministrazione, invece, viene elevato il limite ordinamentale da 65 anni a 67 anni, unificando così l’età pensionabile dei dipendenti pubblici con quella del settore privato.


In pratica, l’età ordinaria di pensionamento diventa la stessa per tutti i lavoratori, che dovranno soddisfare anche i 20 anni di contributi minimi per poter accedere alla pensione di vecchiaia.

Questa misura risponde all’esigenza di unificare le condizioni per il ritiro dal lavoro tra pubblico e privato, eliminando le differenze precedenti che vedevano un’età inferiore per i dipendenti pubblici.

Opzione alternativa per aumentare l’importo della pensione

Oltre al beneficio dell’anticipo anagrafico, le madri lavoratrici potranno scegliere un’opzione alternativa per migliorare l’importo della pensione. In presenza di uno o due figli, la lavoratrice potrà ottenere un coefficiente di trasformazione maggiorato di un anno; con tre o più figli, il coefficiente aumenterà di due anni. Questo meccanismo, già in vigore, verrà leggermente modificato dal 2025 e sarà disponibile per chi soddisfa i requisiti.
L’INPS terrà conto di questa opzione al momento di simulare la pensione futura, consentendo alla lavoratrice di scegliere tra lo sconto anagrafico o il coefficiente maggiorato. Questo meccanismo offre quindi un’alternativa per incrementare il valore della pensione futura in base al numero di figli e alla situazione contributiva, rispondendo a esigenze diverse rispetto all’anticipo sull’età pensionabile.

Altre opzioni di pensionamento per le donne nel 2025

Oltre a queste nuove misure per le madri lavoratrici, restano in vigore le altre opzioni di pensionamento per le donne già esistenti. Nel dettaglio:

  • Pensione anticipata ordinaria: anche nel 2025, le donne potranno accedere alla pensione anticipata ordinaria con 42 anni e 10 mesi di contributi senza penalizzazioni sull’assegno. L’unica eccezione riguarda i lavoratori del pubblico impiego ex-INPDAP con almeno 15 anni di contributi precedenti al 1996, per i quali lo scorso anno è stato stabilito un ricalcolo meno favorevole della quota retributiva della pensione mista.
  • Opzione Donna: confermata anche per il 2025, l’Opzione Donna permette alle lavoratrici di andare in pensione a 61 anni con 35 anni di contributi, purché abbiano maturato i requisiti entro il 31 dicembre 2024. Questa opzione riserva uno sconto di età fino a due anni, ma richiede che la lavoratrice rientri in alcune specifiche condizioni, come essere madre di almeno due figli, lavorare in settori specifici o avere una situazione di inabilità o esubero aziendale.
  • Quota 103: anche per il 2025 rimane in vigore la cosiddetta Quota 103, che permette l’uscita dal lavoro a 61 anni di età con 42 anni di contributi, ma con un assegno calcolato interamente con il metodo contributivo. Questo comporta una penalizzazione sull’importo finale della pensione, con un limite massimo dell’assegno a quattro volte il minimo fino al raggiungimento dell’età della pensione di vecchiaia.

In sintesi, la Legge di Bilancio 2025 introduce nuove possibilità di anticipo per le lavoratrici madri con quattro figli, mantenendo però invariati i principali strumenti già esistenti per le altre lavoratrici.

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