Il presidente del sindacato, Marcello Pacifico, sostiene che la professione di docente debba essere riconosciuta come usurante, evidenziando il confronto con altre categorie professionali in cui la percentuale di lavoratori over 60 è molto più bassa.
Un’altra idea, avanzata da una docente intervistata da La Stampa, riguarda l’introduzione di un anno sabbatico ogni cinque anni per gli insegnanti. Questa pausa, dedicata alla formazione e alla partecipazione a progetti scolastici, potrebbe offrire l’opportunità di ricaricare le energie fisiche e mentali, migliorando la qualità dell’insegnamento e prevenendo il burnout.
Secondo la docente, un anno lontano dalle aule permetterebbe di sviluppare nuove competenze e aumentare la motivazione, rendendo più dinamico il sistema scolastico.
L’adozione della pensione anticipata o di un anno sabbatico potrebbe avere ripercussioni positive sull’intero sistema scolastico. La possibilità di andare in pensione a 60 anni garantirebbe un maggiore ricambio generazionale, offrendo più posti ai giovani insegnanti e riducendo il precariato.
Al tempo stesso, la proposta dell’anno sabbatico favorirebbe il benessere psicofisico degli insegnanti, creando un ambiente scolastico più produttivo e motivato. Sebbene queste idee restino al momento delle proposte, il dibattito potrebbe spingere il Ministero dell’Istruzione a considerare riforme innovative per il futuro della scuola.