Il nuovo contratto non riguarda solo l’aumento delle retribuzioni. Valditara ha annunciato un rafforzamento della formazione, l’eliminazione della figura del docente incentivato, e l’introduzione di figure più specializzate come tutor e orientatori, che riceveranno retribuzioni maggiori. È prevista anche l’introduzione di un welfare territoriale e una formazione obbligatoria, documentata e verificata, essenziale per migliorare la qualità dell’istruzione.
Il nuovo piano del CCNL propone una riforma strutturale del ruolo docente, abbandonando il concetto di “docente stabilmente incentivato” per favorire figure più flessibili e orientate al supporto didattico. Il sistema di incentivi misto includerà compensi annuali per funzioni specifiche e incentivi stabili al termine di percorsi pluriennali, con l’obiettivo di motivare i docenti a lungo termine.
Un altro pilastro della proposta è la formazione continua, con l’obiettivo di avere un corpo insegnante sempre aggiornato per garantire un’istruzione di alta qualità.
Il piano coinvolge anche il personale ATA e DSGA, prevedendo la valorizzazione e il consolidamento dei nuovi ordinamenti per queste figure cruciali. A partire dal 2025, saranno disponibili fondi dedicati ai DSGA, derivanti dalle economie del ridimensionamento della rete scolastica.
Per raggiungere questi obiettivi, il Ministro ha previsto un piano finanziario che va oltre gli stanziamenti della legge di bilancio, con fondi aggiuntivi per la formazione, partendo da 14,6 milioni di euro nel 2023 fino a 43,8 milioni annui dal 2026. Inoltre, ci sarà un’iniezione di 50 milioni dai Programmi Operativi Complementari.
Un aspetto interessante del piano è l’uso strategico delle economie derivanti dalla riduzione dell’organico, dovuta al calo demografico. Tali risparmi, che aumenteranno nei prossimi anni, saranno reinvestiti nella valorizzazione professionale dei docenti, con un incremento da 40 milioni nel 2026 fino a 387 milioni annui dal 2031.