“Un altro punto fondamentale per noi è il riconoscimento di un’indennità di sede per chi lavora lontano dalla propria residenza. Questo serve per evitare quello che è sotto gli occhi di tutti: molte cattedre, soprattutto sul sostegno, rimangono vacanti perché tanti docenti preferiscono rimanere precari che andare lontano a lavorare,” spiega il leader di Anief.
“Sarebbe poi opportuno rivedere il sistema dei gradini stipendiali e ripristinare il primo che è saltato ormai da dieci anni. Chiediamo ancora i buoni pasto per il personale ATA e l’incremento dell’indennità degli ex DSGA per far sì che siano davvero figure EQ.”
“Infine, è necessario riconoscere il burnout per programmare delle finestre per le pensioni. La formazione va riconosciuta dallo Stato e ci deve essere il riscatto gratuito degli anni di formazione,” conclude il presidente Anief.