Inoltre, sarà fondamentale presentare un ISEE sociosanitario, che tiene conto esclusivamente del reddito e del patrimonio del beneficiario, del coniuge e dei figli a carico. Il governo ha destinato a questa sperimentazione un fondo di 500 milioni di euro per il biennio 2025-2026, suddiviso in 250 milioni di euro all’anno.
L’INPS dovrebbe gestire la procedura per richiedere il bonus, anche se i dettagli operativi non sono ancora stati definiti. Si prevede che gli interessati potranno inoltrare la domanda tramite il portale online dell’INPS o con il supporto di CAF e patronati, garantendo assistenza a chi ha meno familiarità con le procedure digitali.
La documentazione richiesta includerà l’ISEE sociosanitario aggiornato e una certificazione che attesti il livello di gravità della non autosufficienza. L’INPS si occuperà di verificare accuratamente ogni richiesta, controllando la reale situazione di gravità dei richiedenti per evitare abusi e garantire che il bonus vada effettivamente a chi ne ha più bisogno.
I beneficiari del bonus di 850 euro dovranno destinare l’importo esclusivamente per retribuire servizi di assistenza e cura, come badanti o altri professionisti con contratto regolare, o per l’acquisto di servizi di assistenza sociale non residenziale.
L’INPS eserciterà un rigoroso controllo sull’utilizzo del bonus e avrà la facoltà di revocare il beneficio e richiedere la restituzione delle somme in caso di uso improprio. Questa misura, oltre a sostenere gli anziani non autosufficienti, punta a promuovere un’assistenza qualificata e regolare, valorizzando il lavoro di cura e garantendo una qualità della vita migliore agli anziani che vivono situazioni di difficoltà.