Insomma, Antonio Polito, come pochi altri e come anche da anni l’ANDU, giudica il numero chiuso come una violenza contro i giovani che vogliono esercitare il loro diritto di scegliere liberamente cosa studiare.
INCREDIBILMENTE Antonio Polito, alla fine della sua condivisibile dura critica al numero chiuso, scrive di ritenere «un importante passo avanti la riforma preparata dalla ministra Bernini che prevede di andare in direzione del sistema adottato in Francia», cioè lo svolgimento di un test dopo i primi sei mesi di università. Un test che «sarebbe un esame sulle materie fin lì affrontate, e potrebbe certamente meglio dell’attuale test stabilire quali studenti siano più adatti a proseguire.»
Se per Antonio Polito l’idea stessa del numero chiuso è un sistema di selezione assolutamente inaccettabile, come può, per lo stesso Antonio Polito, il numero chiuso diventare accettabile se spostato dopo sei mesi di università?
E la cosa più grave nell’estrema incoerenza di Antonio Polito è l’apprezzamento del sistema simil-francese, un sistema sperimentato in Francia per oltre 50 anni e che nella nella stessa Francia ha ricevuto negli ultimi anni i seguenti giudizi: «un massacro generazionale», una «macelleria didattica», una «catastrofe», un «calvario», un «inferno», una «fossa dei leoni», una «follia». Un sistema – quello francese – che ha prodotto l’espulsione di oltre 40.000 studenti ogni anno dopo uno-due anni di pesante quanto inutile studio e dopo enormi spese per le famiglie. In Italia il sistema simil-francese porterebbe al massacro di oltre 45.000 studenti l’anno!
Inoltre, i costi per il ‘sostegno’ alla preparazione delle materie del primo semestre e per superare il test (comunque una lotteria!) sarebbero, se possibile, più onerosi di quelli dei costi di tutti i meccanismi inventati in questi anni per mantenere comunque il numero chiuso, a spese di migliaia di giovani trattatati come cavie.
Un invito/appello
Ad Antonio Polito, e a quanti come lui apprezzano il modello francese, si rivolge l’invito a conoscere approfonditamente quanto avvenuto in Francia e, in questa direzione, di leggere quanto denunciato documentatamente non solo dall’ANDU (nota 2).
L’invito si rivolge soprattutto ai Gruppi del Senato che, eccetto AVS, vogliono ad ogni costo approvare in modello simil-francese e che – ostinatamente – si sono accordati fra loro, contro ogni evidenza e contro ogni buon senso politico.
L’invito, infine, è rivolto anche agli Organi di informazione che finora non si sono occupati di una importante questione che interessa migliaia di giovani, l’Università e la Sanità pubblica.