L’indagine condotta dalla Guardia di Finanza ha portato al sequestro di 135mila euro, ritenuti il valore complessivo della truffa. Secondo gli inquirenti, i docenti avrebbero utilizzato il bonus per acquistare beni non consentiti, come elettrodomestici, televisori e smartphone, anziché destinarlo a libri, corsi di formazione o software professionali. Gli illeciti sarebbero avvenuti tra il 2018 e il 2021, spesso con la complicità del titolare di un negozio di elettrodomestici. Gli acquisti inizialmente regolari venivano trasformati in buoni spesa per prodotti non autorizzati.
Molti insegnanti accusati hanno dichiarato di aver utilizzato il bonus docenti per compensare le carenze strutturali delle scuole. Alcuni, ad esempio, hanno acquistato smartphone per accedere al registro elettronico in assenza di computer nelle aule. Questa situazione evidenzia il disagio di un sistema educativo con risorse limitate, ma gli inquirenti mantengono ferma l’accusa di violazione delle regole previste dalla Carta del Docente. Le indagini proseguono per definire con esattezza responsabilità e implicazioni.