Le università non aumentano i numeri dei laureati perché temono un futuro calo demografico che potrebbe portare a un eccesso di personale. Tuttavia, il problema è attuale e urgente. I servizi educativi per la fascia 0-6 anni, sia privati che pubblici, spesso si trovano a dover assumere personale non qualificato all’ultimo minuto, con il rischio di abbassare gli standard qualitativi.
Negli ultimi due anni, una deroga ha permesso l’assunzione di diplomati senza la necessaria laurea, ma questa pratica rischia di ridurre la qualità dell’educazione. Iemmi sottolinea: “Ci si rivolge a un mercato meno qualificato, diminuendo gli standard delle nostre scuole”.
Un altro problema è rappresentato dal fatto che molti insegnanti, una volta formati nelle scuole paritarie, scelgono di trasferirsi nelle scuole statali attratti da condizioni contrattuali migliori. La confusione aumenta con la Legge 55 del 15 aprile 2024, che prevede l’istituzione di un albo dei pedagogisti e degli educatori professionali socio-pedagogici. “Le nostre scuole dovranno attingere da questi albi, ma l’applicazione della legge non è ancora chiara”, dice Iemmi.
Iemmi, recentemente eletto presidente della FISM, intende sollevare la questione con il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara. Grazie ai fondi PNRR, sono state realizzate nuove strutture con uno stanziamento di 734,9 milioni di euro per migliorare l’offerta educativa dalla prima infanzia. Tuttavia, senza personale qualificato, queste nuove strutture rischiano di restare inutilizzate. La domanda resta: “Se non ci sono figure educative, come si faranno funzionare queste scuole?”.