La carenza di educatori per i nidi e scuole dell’infanzia sta creando una situazione di emergenza in Italia. Luca Iemmi, presidente della FISM (Federazione Italiana Scuole Materne), lancia l’allarme: “La nostra rete di servizi educativi per bambini da zero a tre anni e le nostre scuole dell’infanzia coprono circa 9.000 strutture, rappresentando il 35% della quota nazionale. Dei nostri 30.000 docenti, il 15-20% andrà in pensione. Abbiamo bisogno di 6-7.000 nuove figure che facciamo fatica a trovare”.
Allarme nidi e scuole dell’infanzia: le conseguenze della carenza di laureati
Il problema non riguarda solo le scuole aderenti alla FISM, ma si estende anche alle strutture statali e comunali. La carenza di candidature qualificate costringe molte scuole ad assumere personale non qualificato, in deroga alle norme vigenti. Perché non si riescono a trovare educatori e insegnanti? La risposta è nelle università: i corsi di laurea rilevanti sono a numero chiuso e insufficienti per coprire la domanda. “Le università sfornano pochi insegnanti per la fascia 3-6 anni e stiamo avendo difficoltà anche a trovare educatori per la fascia 0-3 anni, con una laurea L-19”, spiega Iemmi a Ilfattoquotidiano.it.
Problemi Universitari e Calo Demografico: normativa e deroghe
Le università non aumentano i numeri dei laureati perché temono un futuro calo demografico che potrebbe portare a un eccesso di personale. Tuttavia, il problema è attuale e urgente. I servizi educativi per la fascia 0-6 anni, sia privati che pubblici, spesso si trovano a dover assumere personale non qualificato all’ultimo minuto, con il rischio di abbassare gli standard qualitativi.
Negli ultimi due anni, una deroga ha permesso l’assunzione di diplomati senza la necessaria laurea, ma questa pratica rischia di ridurre la qualità dell’educazione. Iemmi sottolinea: “Ci si rivolge a un mercato meno qualificato, diminuendo gli standard delle nostre scuole”.
Scuole paritarie, statali, questione contrattuale e Legge 55/2024
Un altro problema è rappresentato dal fatto che molti insegnanti, una volta formati nelle scuole paritarie, scelgono di trasferirsi nelle scuole statali attratti da condizioni contrattuali migliori. La confusione aumenta con la Legge 55 del 15 aprile 2024, che prevede l’istituzione di un albo dei pedagogisti e degli educatori professionali socio-pedagogici. “Le nostre scuole dovranno attingere da questi albi, ma l’applicazione della legge non è ancora chiara”, dice Iemmi.
Iemmi, recentemente eletto presidente della FISM, intende sollevare la questione con il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara. Grazie ai fondi PNRR, sono state realizzate nuove strutture con uno stanziamento di 734,9 milioni di euro per migliorare l’offerta educativa dalla prima infanzia. Tuttavia, senza personale qualificato, queste nuove strutture rischiano di restare inutilizzate. La domanda resta: “Se non ci sono figure educative, come si faranno funzionare queste scuole?”.
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