La neutralizzazione può essere applicata solo ai contributi successivi alla maturazione del diritto alla pensione. Per la pensione di vecchiaia, il periodo minimo di versamenti richiesto è di 20 anni, mentre per la pensione anticipata servono 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. È possibile escludere dal conteggio un massimo di 260 settimane di contributi (5 anni), purché siano consecutive.
Secondo gli avvocati Celeste Collovati e Massimo Leonardi, la sentenza rappresenta un passo avanti verso un sistema pensionistico più giusto, in linea con il principio costituzionale di uguaglianza. Eliminando dal calcolo i periodi con retribuzioni più basse, si evita che situazioni economiche temporanee penalizzino eccessivamente il trattamento previdenziale. La possibilità di intervenire anche dopo il pensionamento offre dunque uno strumento in più per garantire un assegno più equo e rispondente alla carriera lavorativa effettiva.