Non tutti i lavoratori rientrano nelle restrizioni. La normativa esclude i casi di dimissioni per giusta causa, maternità o paternità obbligatoria e risoluzioni consensuali legate alla procedura di licenziamento regolata dall’articolo 7 della legge 604/1966.
Queste nuove regole mirano a ridurre gli abusi legati alla NASpI. L’obiettivo è limitare il fenomeno delle dimissioni seguite da contratti di breve durata finalizzati esclusivamente all’accesso al sussidio. Inoltre, il Collegato Lavoro ha introdotto un’ulteriore norma: la perdita del diritto alla NASpI per chi supera 15 giorni di assenza ingiustificata. Tali situazioni, che prima comportavano il licenziamento, ora vengono considerate dimissioni volontarie e non consentono più l’accesso al trattamento di disoccupazione.
Queste modifiche rappresentano un cambio di paradigma nelle politiche di sostegno alla disoccupazione. I lavoratori dovranno prestare maggiore attenzione alla continuità contributiva in caso di cambio di lavoro, mentre le aziende avranno regole più rigide per identificare comportamenti opportunistici.