Terza fase: mobilità interprovinciale e professionale
Qui si attuano trasferimenti tra province diverse, ma con limitazioni. Il 100% dei posti disponibili si riduce al 50% perché metà delle cattedre verrà riservata alle immissioni in ruolo per il 2025/2026. L’altro 50% sarà suddiviso tra:
Le regole cambiano per i docenti di religione cattolica, che seguiranno un percorso articolato in cinque fasi:
Mobilità intersettoriale nella stessa diocesi: trasferimento tra diversi settori formativi, rimanendo all’interno della diocesi di appartenenza.
Mobilità territoriale tra diocesi della stessa regione: possibilità di trasferirsi da una diocesi all’altra, restando nella stessa regione (es. da Reggio Calabria a Paola in provincia di Cosenza).
Mobilità intersettoriale tra diocesi della stessa regione: cambiamento di settore formativo tra diocesi regionali differenti.
Mobilità territoriale tra diocesi di regioni diverse: trasferimento da una diocesi di una regione a un’altra (es. dalla Calabria al Piemonte o dalla Sicilia alla Toscana).
Mobilità intersettoriale tra regioni diverse: passaggio professionale tra settori formativi situati in diocesi di regioni differenti.
Anche per il personale educativo e ATA, la procedura di mobilità seguirà le stesse tre fasi previste per i docenti:
– Mobilità comunale
– Mobilità provinciale
– Mobilità interprovinciale e professionale
Le domande di trasferimento dovrebbero aprirsi nelle prime due settimane di marzo 2025, ma si attende ancora la pubblicazione ufficiale dell’ordinanza ministeriale, che fornirà le date definitive e i chiarimenti sulle nuove regole previste dal contratto.
La mobilità scolastica resta un processo complesso, ma fondamentale per garantire agli insegnanti la possibilità di ottenere una sede più vicina alle proprie esigenze lavorative e personali.