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Mobilità professionale: le differenze tra passaggio di cattedra e di ruolo

Mobilità professionale

Il passaggio di cattedra e il passaggio di ruolo sono due movimenti distinti all’interno della mobilità professionale, ognuno dei quali richiede specifici requisiti. Vediamo quali sono le differenze principali. La mobilità infatti può essere suddivisa in due tipologie: territoriale e professionale. La mobilità territoriale riguarda i trasferimenti, mentre la mobilità professionale include i passaggi di cattedra e di ruolo.

Mobilità professionale, passaggio di cattedra e di ruolo: le differenze tra i diversi movimenti

I docenti interessati e in possesso dei requisiti necessari possono richiedere contemporaneamente diversi movimenti. Ecco le principali differenze:

  • Trasferimento: Si richiede una scuola diversa mantenendo la stessa classe di concorso di titolarità.
  • Passaggio di Cattedra: Si richiede una classe di concorso diversa, ma all’interno dello stesso grado di titolarità.
  • Passaggio di Ruolo: Si richiede una classe di concorso in un altro grado di istruzione, differente da quello di titolarità.

I requisiti per il passaggio di cattedra e di ruolo

Per partecipare alla mobilità professionale, i docenti devono aver superato l’anno di prova nel ruolo di appartenenza al momento della presentazione della domanda. Devono, inoltre, possedere i titoli necessari, cioè l’abilitazione specifica per il passaggio al ruolo richiesto o, per i passaggi di cattedra, l’abilitazione alla classe di concorso desiderata.

Su quali posti avviene il passaggio di cattedra e di ruolo?

Il passaggio di cattedra e il passaggio di ruolo sono disposti su precise aliquote, così come regolamentato nel CCNI sulla mobilità. L’aliquota è calcolata sui posti rimasti disponibili dopo lamobilità territoriale, ovvero dopo i trasferimenti della I fase (comunale) e della II fase (provinciale).

Nello specifico, il 50% delle disponibilità residue è destinato alle immissioni in ruolo, mentre il restante 50% alla mobilità della III fase. Quest’ultima è così ripartita: il 25% ai trasferimenti interprovinciali e il 25% ai passaggi di cattedra e di ruolo.

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