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Mobilità 2018/19, pochi numeri per rientrare in provincia

Mobilità

Mobilità: procedure velocissime per pochissimi trasferimenti – Tra qualche settimana si entrerà nel vivo delle procedure sulla mobilità. Un tema, quest’ultimo molto caldo soprattutto per l’elevato numero di docenti “deportati” dall’algoritmo ministeriale. Le loro speranze – un vero e proprio esercito di lavoratori – sono riposte nei risultati delle prossime elezioni nazionali che si svolgeranno tra 9 settimane.

Mobilità identica a quella del 2018. Tutti aspettano il nuovo governo per abrogare la Buona Scuola

Secondo l’opinione della maggior parte dei lavoratori della scuola, infatti, il nuovo governo dovrà occuparsi dell’abolizione della Legge 107/2017 di Matteo Renzi. Una stortura normativa che ha provocato nel mondo della scuola uno scontro senza precedenti con il Partito Democratico.

Ritornando alla tematica in oggetto, la principale novità rispetto all’anno precedente consisterà nella tempistica. Come risaputo, infatti, il contratto sulla mobilità è stato prorogato anche per l’a.s. 2018/19 e di conseguenza non occorreranno le lunghe procedure burocratiche verificatesi l’anno scorso. Difatti, la macchina burocratica, questa volta permetterà un anticipo temporale mai visto in precedenza.

Molte deroghe ma posti solo a chi ha la 104/92 – Sul versane delle quote di organico interessato alla fase di mobilità ancora non ci sono notizie. Tuttavia, dalla Legge di Bilancio si è a conoscenza di un aumento considerevole dei posti in organico di diritto, cattedre resesi disponibili per via delle deroghe. La Legge di Bilancio ha precisato solo le quantità economiche disponibili per la scuola: i fondi stanziati per questo aspetto sono 50mln nel 2018 e 150mln a partire dal 2019.

Le aliquote sulla mobilità uguali a quelle dell’anno precedente

Per quanto riguarda invece le percentuali, il contratto prevede le aliquote dell’anno scorso, ovvero:

  • il 30% per i trasferimenti interprovinciali;
  • il 10% per i passaggi di ruolo o di cattedra;
  • il 60% per le immissioni in ruolo sia da GaE, che da GM;
  • In alcune province potrebbero fare la comparsa anche le graduatorie regionali del concorso relativo alla fase transitoria per i docenti abilitati.

Numeri molto bassi: la fotocopia di quelli dell’a.s. 2017/18, nulla di positivo sul versante del rientro in provincia

I numeri molto bassi e risicati potrebbero riconfermare i risultati deludenti dei trasferimenti dell’anno passato. Ricordiamo, peraltro, che con le identiche percentuali del Contratto sulla mobilità 2017/18, una buona parte di quelle istanze fu soddisfatta solo ed esclusivamente per coloro che usufruiva dei benefici offerti dalla legge 104.

Infine, un altro problema potrebbe ripresentarsi. Parliamo di quei docenti che fanno parte degli esuberi nazionali: personale che ancora non possiede una vera e propria titolarità di scuola, di ambito e di provincia. Purtroppo, visto il reitero del contratto sulla mobilità, gli stessi non potranno modificare la loro situazione particolare.

Intesa Miur e Sindacati sulla Proroga del Contratto di mobilità

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