In un momento in cui si discute di criteri di valutazione, di merito, di competenze reali maturate attraverso l’esperienza, troviamo veramente incongruo che nelle attuali operazioni di utilizzazione e assegnazione provvisoria non siano considerati i titoli culturali e di servizio dei docenti di ruolo, mentre si continua a privilegiare indicatori come l’età anagrafica.
Pertanto spesso si verificano situazioni che sono inammissibili e che comportano un peggioramento della condizione del docente. Attualmente vige ancora il principio che chi ha un giorno in più di età anagrafica abbia diritto a rientrare e a ricongiungersi alla propria famiglia indipendentemente dai titoli culturali e di servizio.
Un esempio di quanto accadrà può chiarire meglio la situazione. Un docente con vent’anni di servizio si vedrà scavalcato da un altro con pochissimi anni, se la sua età dovesse essere superiore di un solo giorno rispetto a quella del collega. Stessa identica cosa vale con i titoli culturali, sicuramente utili nella pratica dell’insegnamento, che diventano un inutile orpello in un contesto in cui conta la fortuna più che il merito personale. Anni di sacrificio e studio per perfezionarsi a conti fatti vanificati dall’attuale sistema che penalizza proprio il merito.
Il CNDDU invita il ministro del MIM, prof. Giuseppe Valditara, a valutare quanto rilevato e considerare l’eventualità di apportare in futuro correzioni nel sistema delle utilizzazioni e assegnazioni provvisorie atte a premiare realmente il merito.
prof. Romano Pesavento
presidente CNDDU