Secondo Osnato, il Ministero dell’Economia e delle Finanze sta valutando le risorse disponibili per rendere la detassazione degli straordinari più generalizzata. Anche se al momento si tratta solo di un’ipotesi, il Governo sembra determinato a procedere, seguendo la logica che lo scorso anno ha portato alla tassazione agevolata al 5% per i premi aziendali.
Attualmente, la tassazione degli straordinari segue le aliquote Irpef ordinarie, in base allo scaglione di reddito del lavoratore. Questo sistema non offre incentivi fiscali, e molti dipendenti preferiscono rifiutare gli straordinari per evitare di passare allo scaglione Irpef successivo.
Il contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL) del settore regola il pagamento degli straordinari, che generalmente prevedono una maggiorazione rispetto alla retribuzione oraria ordinaria. Gli straordinari nei giorni feriali vengono pagati con una maggiorazione del 15-25%, quelli nei giorni festivi con un incremento del 50%, e gli straordinari notturni tra il 30% e il 50% in più.
Ad esempio, un’ora di straordinario feriale con una maggiorazione del 20% sarebbe pagata 12 euro se la retribuzione ordinaria è di 10 euro.
La legge stabilisce un limite annuo di ore di lavoro straordinario, generalmente fissato a 250 ore, salvo diversi accordi nei contratti collettivi. In alcuni casi, le ore di straordinario possono essere compensate con periodi di riposo di uguale durata, secondo quanto previsto dal CCNL o da accordi aziendali.
I datori di lavoro possono richiedere straordinari ai dipendenti, ma devono farlo entro limiti ragionevoli. I lavoratori hanno il diritto di rifiutare straordinari non giustificati da emergenze o particolari esigenze produttive. Molti CCNL prevedono la facoltatività degli straordinari, a meno di situazioni eccezionali.